Magna Graecia, conclusi i seminari di Medicina e Chirurgia Cardiovascolare
Si è conclusa la IX edizione dei Seminari di Medicina e Chirurgia Cardiovascolare della Magna Graecia, organizzati dalla U.O di Cardiochirurgia diretta dal Prof. A. Renzulli, presso il Campus di Germaneto. L’obiettivo dei Seminari è stato quello di continuare ed incrementare l’esperienza estremamente positiva delle precedenti edizioni, rispondendo alla domanda di conoscenza e di aggiornamento che perviene dal territorio, su temi cardiovascolari di rilevante importanza, promuovendo quindi l’aggiornamento professionale e la formazione specialistica nell’ambito della Medicina e Chirurgia Cardiovascolare.
I Seminari, pertanto, - informa una nota del coordinatore scientifico Attilio Renzulli - sono stati rivolti non solo agli specialisti e specializzandi nelle discipline cardiovascolari, ma anche ai medici di base, ai tecnici perfusionisti, agli studenti di medicina, nonché agli iscritti ai diplomi universitari e non per ultimo agli infermieri. Tale sforzo scientifico-didattico è stato intrapreso e coordinato, ancora una volta dal prof. A. Renzulli, direttore dell'U.O. di Cardiochirurgia, nella consapevolezza dell’importanza dell’interazione di queste figure professionali per ottenere i migliori risultati clinici possibili, col fine ultimo di migliorare la qualità dell’assistenza e stimolare la ricerca della nostra Azienda.
Nell’ambito di questo progetto si è tenuto il 22 Ottobre presso l'Aula Magna "A" del Campus di Germaneto un "Corso teorico-pratico sulla prevenzione e trattamento delle ferite sternotomiche". Esistono oggi diversi sistemi per prevenire e curare le ferite chirurgiche e pertanto non è più accettabile che il 3-4% di queste si infettino, aggravando così in maniera significativa i costi della spesa sanitaria. E proprio per approfondire tale problematica che il Prof. Renzulli ha pensato di riunire per la prima volta in un contesto multidisciplinare i maggiori esperti nel campo: il cardiochirurgo, il chirurgo plastico, l' infettivologo, il diabetologo, l'immunoemetologo. I lavori sono stati aperti dal Prof. F. Tumietto, infettivologo del Policlinico S. Orsola di Bologna che ha trattato l'incidenza, l'eziologia e la gestione delle infezioni.
Il Prof. J. Zeitani, cardiochirurgo dell'Università Tor Vergata di Roma, ha parlato dei metodi di stabilizzazione sternali, seguito dal Prof. A. Scalise, chirurgo plastico di Ancona, che ha trattato le cosiddette medicazioni avanzate, spiegandone le differenti tecnologie e i diversi meccanismi d'azione. Il Prof. A. Piaggesi, diabetologo dell'Università di Pisa, ha invece approfondito la gestione delle infezioni superficiali. Il Dott. M. Botta, cardiochirurgo dell'Ospedale Sacco di Milano, ha relazionato sul trattamento chirurgico delle mediastiniti. La prima sessione è stata chiusa dal dott. S. Auriemma, cardiochirurgo dell'Ospedale S. Bortolo di Vicenza.
La sessione pratica del pomeriggio ha visto gli interventi del dott. A. Dominijanni, del Servizio di Immunoematologia dell'A.O. Pugliese-Ciaccio, della dott.ssa L. Cristodoro, dell'U.O. Cardiochirurgia A.O. Mater Domini, e del dott. M. Feccia, cardiochirurgo dell'Ospedale S. Camillo di Roma. Infine la dott.ssa E. De Francesco, responsabile del Servizio di Farmacia dell'A.O.U. Mater Domini di Catanzaro, ha portato all'attenzione dei partecipanti l'analisi dei costi-benefici nella prevenzione delle infezioni in cardiochirurgia. Come consuetudine i questionari di valutazione dell'apprendimento E.C.M. per l'aggiornamento obbligatorio sono stati curati dal Dott. Francesco Cirillo, dell'U.O. di Cardiochirurgia dell'A.O.U. Mater Domini di Catanzaro.
Le conclusioni della proficua giornata di lavoro, affidate al prof. A. Renzulli, hanno rimarcato come sia più vantaggioso utilizzare metodi e materiali avanzati che, seppur più costosi di quelli tradizionali, si traducono in un obiettivo vantaggio in termini di meno giorni di ospedalizzazione, minor numero di complicanze, migliore qualità di vita per il paziente, e quindi in definitiva in un minor costo finale per la collettività. Purtroppo, tali pacifiche considerazioni fanno fatica ad affermarsi in un epoca di scarse risorse in cui la Salute è affidata ad una politica sanitaria che amministra solo con tagli lineari, curandosi del risparmio immediato e generalizzato, in assenza di una visione d'insieme e di prospettive a lungo termine.