Crisi. cala la sfiducia degli italiani

Calabria Attualità

L'86% degli italiani ritiene che la crisi sia assai grave e più di tre su quattro si attendono che duri almeno altri tre anni ma il paese, nonostante la durezza della congiuntura attuale, appare approcciarsi al futuro con un atteggiamento meno sfiduciato. E' quanto emerge dall'indagine 'Gli italiani e il risparmio realizzata dall'Acri insieme ad Ipsos in occasione dell'ottantottesima Giornata Mondiale del Risparmio. A testimoniare un diverso clima e' l'aumento del 7% di coloro che si dichiarano complessivamente ottimisti (considerando cioè il futuro personale, locale, nazionale, europeo e mondiale), che salgono al 45%, contro un 38% di ottimisti e un 17% che si dichiara in equilibrio. Il dato e' particolarmente significativo se comparato con il saldo negativo del 14% del 2011.

E' inoltre da segnalare la marcata riduzione di sfiducia nei confronti dell'Italia: ben 30 punti percentuali. Gli sfiduciati riguardo al Paese, infatti, sopravanzano di 5 punti percentuali i fiduciosi (il 37% contro il 32%). Nel 2011 gli sfiduciati erano però più della metà della popolazione (il 54%). Torna anche la fiducia sulle prospettive future dell'economia europea con i fiduciosi che sopravanzano di 11 punti percentuali i pessimisti (il 36% di ottimisti contro il 25% di pessimisti) e un recupero simile riguarda anche l'economia mondiale nel suo insieme. La fiducia nell'Unione Europea permane (il 59% ha fiducia) ma e' in costante calo: dal 2009 a oggi sono stati persi 10 punti percentuali di fiduciosi. Male anche l'Euro, del quale e' insoddisfatto il 69% degli Italiani. Il 57%, pero', ritiene che fra vent'anni avere l'Euro sarà un vantaggio, e il dato e' in crescita rispetto al 53% del 2011. Per quanto riguarda le azioni concrete per rimettere in sesto i conti pubblici, eliminati sprechi e corruttele, gli italiani ritengono che la riduzione del debito pubblico debba passare piu' dal fronte delle entrate e dalla lotta all'evasione (il 45%) che dalla riduzione di spesa pubblica per i servizi (il 23%) e dall'alienazioni di beni pubblici (il 19%). Il 38% degli italiani e' infine convinto per uscire dalla crisi l'Italia saprà trovare le energie necessarie autonomamente; laddove per il 35% la ripresa del Paese non può prescindere da quella europea e il restante 18% ne vede il volano fuori dall'Europa (Usa o mercati emergenti).