Fli su scioglimento per mafia degli Enti Locali
La normativa sullo scioglimento per mafia degli Enti Locali ha bisogno, a mio avviso, di importanti e necessarie modifiche. Nella maggior parte di questi casi la legge non ha risolto il problema primario per cui è' stata istituita, che,secondo me,consiste nel permettere all'elettorato di rimuovere democraticamente da compiti amministrativi coloro che, pur non commettendo reati, hanno per anni condiviso, comodamente, la gestione degli Enti con elementi perseguiti dalla giustizia e che sono stati causa dello scioglimento. - È quanto scrive in una nota il coordinatore provinciale Franco Romeo - Questi ultimi infatti indagati o condannati vengono sospesi e poi allontanati per legge dai pubblici uffici,mentre le amministrazioni che li hanno ospitati e hanno goduto dei loro suffragi, spesso si ripropongono e risultano vincenti alla prima tornata elettorale.
Ciò a mio avviso, si verifica perché il comma 3 dell'art. 143 della legge 267 del 2000,prevede tempi troppo lunghi per il ritorno alle urne,che varia da 12 a 24 mesi,per cui, nella maggior parte dei casi, per avere le date utili di una tornata elettorale intercorrono almeno diciotto mesi. Un arco di tempo così' dilatato rimuove,spesso,dalla mente di moltissimi elettori le gravi responsabilità politiche ed etiche di coloro che hanno contribuito a provocare lo scioglimento dell'Ente,consentendo appunto a quest'ultimi la rielezione, che in qualche caso è' causa di un ulteriore analogo provvedimento di scioglimento, così come è avvenuto recentemente in qualche comune della nostra provincia.
E' necessariopertanto – prosegue Romeo - che il Parlamento prenda in considerazione al più' presto la possibilità' di ridurre il tempo della permanenza delle commissioni straordinarie,che dovrà considerarsi, a mio avviso, in non più di sei mesi, al fine di consentire un pronto ritorno ritorno all'esercizio della democrazia. – conclude Romeo - Le commissioni, oltretutto, che nelle intenzioni originarie del legislatore avrebbero dovuto avere solamente il compito specifico di rimuovere le storture provocate dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, oggi sono invece obbligate,a causa dei tempi lunghi della loro permanenza, a pianificare ed attuare per anni l'amministrazione ordinaria dell'Ente,mediante atti d'ufficio che non ricalcano la realtà' del territorio,così come pare stia avvenendo a Reggio Calabria,ove alcune deliberazioni della commissione straordinaria stanno innescando le proteste di cittadini e di associazioni di categoria.