Tragedia familiare a Umbertide, Marziale: complice l’inconsistenza delle misure di prevenzione
"Puntualmente, all'indomani delle tragedie intrafamiliari che coinvolgono donne e bambini, monta lo sdegno. E puntualmente si viene a sapere che l'assassino era stato denunciato per minacce e maltrattamenti, ma è stato lasciato libero di agire e portare a termine il proprio disegno criminoso. Evidentemente, le leggi in vigore sono più alleate degli assassini che delle vittime": è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, commentando la tragica morte dei fratellini di 8 e 12 anni ad Umbertide, sgozzati dal padre, che la moglie aveva denunciato due mesi orsono. "Eppure - incalza il sociologo - il nostro Belpaese pullula di produzioni normative che, a sentir parlare i governanti di turno, collocano l'Italia all'avanguardia mondiale in termini di politiche di prevenzione e contrasto. Ma, la realtà inconfutabile perché sotto gli occhi di tutti, è diametralmente opposta alle enunciazioni politiche di merito". Marziale evidenzia: "La moglie aveva denunciato che il marito le aveva puntato il coltello, dunque non aveva alzato soltanto minacciosamente la voce. Ciò non è bastato alle istituzioni preposte ad assumere i conseguenti provvedimenti volti a scongiurare la strage".
Il sociologo, passando dalla disamina alla proposta, invita: "I ministeri della Giustizia e dell'Interno a rendere nota la quantità di denunce esistenti per maltrattamenti intrafamiliari e, contestualmente, i provvedimenti adottati. Dalla comparazione dei dati non potrebbe che emergere una differenza abnorme. Allora non resta - conclude Marziale - che prendere atto dell'inconsistenza delle leggi italiane a prevenire e contrastare il crimine, attivare il silenziatore a coloro i quali affermano gongolanti che il sistema legislativo italiano è all'avanguardia, individuare poche ma efficaci misure scevre da perdonismi di sorta e attenuanti generiche ed evitare che altri piccoli sventurati, come Ahmed e Jihane, raggiungano il cielo troppo prematuramente".