Giocattoli tossici, la Gdf ne sequestra 300 mila. Anche a Cosenza

Cosenza Cronaca

Giocattoli contenenti ftalati, una famiglia di composti chimici usati nell'industria delle materie plastiche come agenti plastificanti per migliorarne la flessibilità e la modellabilità, che però può produrre malformazioni nei bambini: una ‘femminilizzazione’ dei neonati maschi e disturbi nello sviluppo degli apparati riproduttivi dei neonati in genere. Li ha scoperti – informa l’Ansa - la Guardia di Finanza di Macerata che ha sequestrato 300 mila articoli cinesi (telefoni giocattolo, bambole, soldatini di plastica e altro ancora) destinati alla vendita ai bambini in varie località italiane, denunciando l'importatore.

È la più grave, ma non l'unica irregolarità riscontrata dalle Fiamme Gialle anche tramite analisi di laboratorio in collaborazione con la Camera di Commercio. In qualche caso la presenza degli ftalati arrivava fino al 200% dei limiti di tollerabilità. Ma anche gli altri prodotti presentavano anomalie come surriscaldamento e funzionamento anormali; la temperatura delle batterie superiore al limite ammissibile; l'energia cinetica dei proiettili in plastica di armi giocattolo superiore al limite massimo consentito; la presenza di punte acuminate e la marcatura CE sull'imballaggio non conforme ai requisiti grafici della normativa europea; il livello di pressione sonora superiore al massimo consentito e la mancanza di invio dei rapporti di prova in conformità alle norme EN 71/1/2/3 da parte dell'importatore.

Gli accertamenti sono partiti dalle analisi di un laboratorio specializzato e certificato sui giocattoli cinesi venduti nel Maceratese per verificarne il contenuto chimico e la loro eventuale pericolosita' per la salute umana. Una volta riscontrate le irregolarità è scattato l'immediato sequestro per i circa 300 mila giocattoli rinvenuti come giacenze presso la sede dell'azienda a Taranto e presso clienti della stessa nelle province di Venezia, Perugia e Cosenza.

Prodotti dal valore intrinseco bassissimo ma che proprio per questo permettevano di abbattere i prezzi anche fino al 50% rispetto ad analoghi articoli 'in regola', con riflessi quindi anche sulla concorrenza. Il titolare è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Macerata e segnalato alla Camera di Commercio per le violazioni di carattere amministrativo.