Cosenza: convegno sulla Trota Fario Macrostigma
Si terrà venerdì 30 novembre prossimo, alle ore 10.30, nel Salone degli Specchi di Piazza XV Marzo, il Convegno promosso dalla Provincia di Cosenza, Assessorato al Patrimonio Faunistico, dal titolo “Terrantica: Cultura, Ambiente, Biodiversità e Tradizioni Alimentari”, sulla Trota Fario Macrostigma. Sono invitati a partecipare Istituzioni, forze politiche, sociali, sindacali e tutti i cittadini.
Breve nota sulla Trota Fario Macrostigma:
La trota macrostigma storicamente popolava i corpi idrici dell’Appennino. Secondo l’esperto Gandolfi nei corsi d'acqua di collina e di pianura, lungo il versante tirrenico della penisola e nelle isole era originariamente presente la sola trota macrostigma (Salmo (trutta) macrostigma), una delle tre semispecie della superspecie Salmo trutta individuate in Italia. Questo tipo di trota, è più adatta a vivere in corsi d'acqua di tipo “mediterraneo", cioè con lunghezza e portata limitate, soggetti a consistenti magre estive e conseguente innalzamento della temperatura, come si evince dalle pubblicazioni di Tortonese, 1970; Cottiglia, 1968; Zerunian e Gandolfi, 1986). I corpi idrici della provincia, seppure presentassero condizioni favorevoli alla specie, erano privi di popolazioni apprezzabili di trota macrostigma anche per fattori di diversa natura legati alla pesca di frodo ed alle mutate condizioni ambientali. Il Servizio Caccia e Pesca, nel 2008, è riuscito ad individuare un gruppo di riproduttori appartenenti alla sottospecie. La Provincia di Cosenza, da sempre sensibile ai temi legati alla tutela dell’ambiente naturale, ha intrapreso, con fondi propri di Bilancio, un progetto che prevede la ricostituzione delle popolazioni di trota macrostigma nei corpi idrici di competenza. Va sottolineato che i fondi che la normativa vigente prevede, costituiti dalle tasse relative alla licenza di pesca che la Regione Calabria introita, non vengono trasferiti alla Provincia dal 2004.
Il progetto, poliennale, avviato nel 2008 senza l’ausilio di professionalità esterne all’Ente ma a mezzo del solo personale del Servizio Caccia e Pesca, ha comportato un notevole carico di difficoltà a partire dal reperimento di personale altamente specializzato attraverso il quale curare le varie fasi di stabulazione, riproduzione a partire dalla spremitura dei riproduttori, da effettuare manualmente in periodo biologicamente valido, alla fecondazione delle uova, all’incubazione, alla schiusa ed all’allevamento fino alla dimensione di 4/6 cm. Tutto il percorso è stato attentamente monitorato in ogni sua fase dal personale del Servizio Caccia e Pesca ed è stato attuato, limitando al massimo l’intervento dell’uomo lasciando che le varie fasi seguissero i tempi dettati dalla natura. Il risultato finale ha consentito di avere novellame allevato in acque con caratteristiche del tutto simili a quelle destinate ad ospitarlo definitivamente.
Altro elemento positivo da evidenziare è quello legato al fatto che lo stress da trasporto è stato estremamente limitato in considerazione dei tempi molto contenuti e della temperatura delle vasche usate per il trasporto del tutto simile a quelle dei corpi idrici presi in considerazione. La scelta dei fiumi è stata guidata, oltre che dalla conoscenza storica e da accertamenti specifici sullo stato delle acque, anche da quanto sostenuto da studiosi della materia secondo i quali la specie colonizza alcuni corsi d'acqua peninsulari caratterizzati da una forte presenza di vegetazione acquatica, accentuate magre estive, acqua limpida, a moderata corrente e temperature estive ben superiori a 20°, considerate al limite per la sopravvivenza dei Salmonidi. Da ricordare il coinvolgimento di alcune scolaresche di varie località della provincia al fine di sensibilizzare i bambini a temi di salvaguardia ambientale, attraverso il progetto “Ridiamo vita ai nostri fiumi”.