Centrale Enel di Rossano, il Comune: nessuna discussione su ipotesi di riconversione
Quella di ieri (mercoledì 12) è stata, perché così era stata proposta ed organizzata, una riunione preliminare tra i rappresentanti eletti dell’Amministrazione e del Consiglio, con i rappresentanti delle sigle sindacali che avevano richiesto l’incontro con l’Enel Spa. L’obiettivo era quello di verificare se, nonostante la crisi e le mutate condizioni del mercato dell’energia, sussistevano oppure no, da parte della società elettrica, le condizioni per investimenti nel territorio di Rossano (Cosenza), a partire dalla verifica delle sorti destinate all’impianto di S. Irene. Non vi è mai stato, né all’ordine del giorno della richiesta sindacale di questa estate, né in quello della convocazione successiva fatta dal Sindaco Giuseppe Antoniotti, la discussione su ipotesi di riconversione a carbone della centrale. Bisognava verificare, così come richiesto dalle sigle sindacali se l’Enel era ancora intenzionata oppure no a discutere di investimenti nell’Area Urbana Corigliano-Rossano. Ed è per questa ragione che alla riunione ristretta di ieri ospitata in Comune fuori dagli orari d’ufficio, sono stati invitati soltanto i sindacati richiedenti e i capigruppo consiliari di maggioranza e di minoranza. Neppure la Giunta era presente.
“Nonostante il clima di antipolitica che qualcuno forse vorrebbe sostenere da dietro le quinta – affermano dal Comune di Rossan - per quel che ci riguarda rimane aberrante pensare e scrivere che ci si possa ritenere autorizzati, sulla base della propria volontà o dei propri convincimenti, a partecipare a riunioni interne ad un’istituzione piuttosto che ad un’altra. Quando si pretende entrare lì dove non si è invitati, in democrazia ma anche nelle famiglie civili, si è maleducati, villani, incivili e prepotenti. Non ci sono altre interpretazioni, in uno stato di diritto! Quando poi una sparuta pattuglia, contraria al rispetto delle regole, pretende addirittura d’invocare presunte masse e popolazioni in rivolta per offendere e denigrare istituzioni – sostengono ancora dall’amministrazione – loro rappresentanti e quanti fanno solo rispettare le regole minime della democrazia (anche per l’ingresso o meno ad una riunione!), allora si diventa presuntuosi e megalomani. Rispetto alle gravissime affermazioni fatte, riservandoci anche adire le vie legali a tutela dell’immagine e della dignità personale di quanti sono stati bersaglio delle intollerabili accuse fondate sul nulla, si ribadisce non soltanto l’assoluta trasparenza e correttezza della riunione e dei partecipanti, ma anche la serenità e serietà del confronto tra tutti i presenti, a partire dagli eletti a rappresentare maggioranza e minoranza di questa comunità in Consiglio Comunale”.
Tutti, con posizioni diverse, in primis il Sindaco, hanno ribadito la premessa intangibile per qualsiasi confronto sul futuro della centrale: e cioè la volontà del territorio, già suggellata in determinazioni ufficiali e formali, territoriali, provinciali e regionali, contraria ad ipotesi di riconversione che contrastino con le vocazioni naturali dell’area e che attentino in qualsiasi modo alla salute delle popolazioni e delle future generazioni.