‘Ndrangheta. Operazione Quattro Terre, confiscati beni per un milione di euro
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni per un valore complessivo di circa un milione di euro riconducibili al trentaseienne rossanese Salvatore Galluzzi ritenuto dagli inquirenti “personaggio contiguo alle organizzazioni ‘ndranghetiste del territorio rossanese” e già detenuto presso la Casa Circondariale di Viterbo per scontare una condanna in via definitiva di 15 anni per traffico di sostanze stupefacenti ed armi.
IL PROVVEDIMENTO di confisca è stato emesso dal Tribunale di Rossano su proposta della Procura della Repubblica, e ha riguardato diversi beni immobili, autovetture, un’azienda agricola nonché rapporti finanziari. Galluzzi sta scontando i quindici anni di reclusione dopo la sentenza emessa dal Tribunale di Rossano nel 2006, a conclusione dell’indagine “Ombra”. La condanna, confermata nel 2008 dalla Corte d’Appello di Catanzaro, avrebbe “evidenziato come il Galluzzi – affermano gli inquirenti - abbia rivestito il ruolo di capo ed organizzatore di un sodalizio criminoso gravitante” a Rossano (Cosenza) che sarebbe stato capace di “intrattenere e gestire rapporti di affari per l’approvvigionamento della sostanza stupefacente”. Sembra inoltre che l’abitazione del Galluzzi, in contrada Pantasima di Rossano, fosse la proprio la base logistica dell’organizzazione.
L’ATTIVITÀ OPERATIVA della Dia di Catanzaro nei confronti di Galluzzi è consistita in una serie di accertamenti svolti tra il 1994 ed il 2010, nei confronti di tutti i componenti il suo nucleo familiare allo scopo di documentare, tra l’altro, “la netta sproporzione tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte dirette e le attività economiche esercitate”.
Al riguardo, il Tribunale di Rossano, ha avuto modo di precisare che “… la Direzione Investigativa Antimafia, Sezione Operativa di Catanzaro … ha accertato che il patrimonio riconducibile a Galluzzi Salvatore ha un valore del tutto sproporzionato rispetto alle dichiarazioni presentate dal medesimo e dal suo nucleo familiare, ai fini delle imposte sul reddito e che analoga sproporzione è ravvisabile nei confronti dei parenti stretti del Galluzzi (in particolare del coniuge Olivo Anita), nel raffronto tra possibilità reddituali e beni posseduti, e che tale sproporzione è di per se elemento idoneo a fondare la ritenuta interposizione fittizia di coloro nella titolarità formale dei beni stessi in sostanza appartenenti e nella disponibilità del condannato; …”.