Federfarma Catanzaro sullo sciopero dei farmacisti del 7 gennaio
Saracinesche abbassate, porte di ingresso sbarrate: la serrata dei farmacisti di lunedì ha una motivazione ben precisa che si legge sul manifesto affisso sulle vetrine di quasi tutte le farmacie della provincia di Catanzaro “ La difesa dei nostri diritti è la difesa del diritto alla salute di tutti i cittadini”. Risultato: i cittadini della Provincia di Catanzaro non hanno potuto acquistare farmaci, se non nelle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati dall’Azienda Sanitaria territoriale competente.
"Questo sciopero - scrive il presidente di Federfarma Catanzaro Defilippi - è l’ultimo atto di una attività infervorata iniziata dai rappresentanti dei farmacisti della Provincia di Catanzaro da diversi mesi, ovvero da quando l’ASP del territorio ha cominciato a non accettare un tavolo di concertazione sulle problematiche che da sempre affliggono la categoria e i cittadini e ad accumulare un ritardo nei pagamenti che, come era facile prevedere, se non tamponato subito avrebbe raggiunto livelli ingestibili. Ciò che si era paventato all’inizio oggi è realtà: la parte pubblica con la sua inadempienza ha scaricato sui farmacisti l’onere dei farmaci distribuiti in sistema di Convenzione con il SSN, facendosi così “finanziare” dalla categoria per un periodo che non accenna a chiudersi dal momento che sono state pagate solo due delle sei mensilità dovute.
E’ evidente che questo approccio non è corretto, e non può essere ulteriormente subito passivamente dai Farmacisti privati.
La serrata di oggi è la prova tangibile di uno stato di esasperazione economico-finanziaria e di un malcontento generale dei farmacisti coinvolti, stanchi di essere dei professionisti di serie B se confrontati ai colleghi di altre province calabresi (Reggio Calabria) o Regioni d’Italia.
Dunque, uno sciopero voluto e deciso con unanimità di consensi, e dovuto a tutela delle professionalità di chi viene chiamato ogni giorno a rendere un servizio alla comunità di estrema rilevanza ma che in Calabria viene bistrattato. I farmacisti sono stanchi di essere solo “etichettati” come categoria privilegiata per essere titolari di farmacie storiche! È giusto che la collettività sia portata a conoscenza delle annose questioni della categoria.
Non è ulteriormente possibile che i Farmacisti privati continuino a rispettare nella forma e nella sostanza tutti gli accordi e gli impegni sottoscritti (vedi Distribuzione per Conto), mentre il Governo regionale continua ad approfittare di ogni piega per continuare ad arrampicarsi sugli specchi.
Nel frattempo il Consiglio Direttivo dell’Associazione Titolari della Provincia di Catanzaro si è riunito nella sede di via Italia, 81. La protesta finirà per inasprirsi con ulteriori manifestazioni qualora nei prossimi giorni il Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro Gerardo Mancuso e il Direttore Generale della Regione Calabria Franco Zoccali (firmatari dell’accordo) non daranno certezze sul pagamento delle mensilità arretrate; pagamenti regolari (mensili) ed un tavolo di concertazione concreto non illusorio con i Dirigenti dell’ASP sui temi più urgenti quali interessi da ritardato pagamento.
La pubblica amministrazione dichiara di operare nell’interesse del cittadino ma in realtà va in tutt’altra direzione. Lo dimostra il fatto che non raccoglie le significative aperture date da Federfarma in direzione di un reale ammodernamento del servizio farmaceutico.
Per il Presidente di Federfarma non è una questione di principio ma la protesta nei confronti di un sistema chiuso, che non accenna approcci al dialogo istituzionale e costruttivo. È per questo che è intenzione dei farmacisti della Provincia di Catanzaro utilizzare tutti gli strumenti che la legge riconosce per la manifestazione delle loro doglianze, nel pieno rispetto della comunità (informando tempestivamente sulle farmacie di turno tenute al servizio continuativo nel corso dello sciopero) e mantenendo pur sempre aperta la strada della concertazione purché sia seria, reale e risolutiva".