Mpa, lettera in redazione: Palestina scrive a Piscitiello
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Francesco Plastina, Commissario Provinciale Giovanile MpA Cosenza e componente Consiglio Federale MpA indirizzata all’On. Rino Piscitello, Segretario Federale del Movimento per le Autonomie, per effettuare delle precisazioni in merito a ciò che ha scritto lo stesso su questione candidature in Calabria:
“Dopo aver letto il documento di risposta dell’On. Piscitello in merito alla questione candidature in Calabria, con enorme incredulità e rammarico scrivo queste poche righe, volendo effettuare delle precisazioni, relativamente a quanto da lui scritto.
Innanzitutto, riguardo alla definizione di “piccolo gruppo di militanti” mi tocca correggerlo e scrivere come, pur tralasciando che la stesura del documento è a firma di dirigenti del partito provinciale e non di tesserati (ed anche, tra l’altro, di componenti del consiglio federale), l’aggettivo “piccolo” suoni offensivo rispetto a quei 17.000 (oltre il 4%) e più elettori che nel 2009 hanno espresso la loro preferenza rispetto a quel progetto che l’MpA, per la prima volta, presentava sul nostro territorio.
Vede Onorevole, sia chiaro, che quelle diciassettemila preferenze sono frutto dell’impegno e della coerenza rispetto all’idea che un gruppo di persone ha rappresentato e sente di rappresentare compiutamente: l’autonomia dei territori meridionali.
Non ci arroghiamo nessun merito individuale, ma meriti di gruppo, di lotta, di caparbietà, di idee in grado di smussare gli angoli di un terra ancora troppo “spigolosa”. Quei 17.000 voti non sono pochi e non rappresentano un “piccolo gruppo”, ma tanta, tanta gente che ha scelto di credere e seguire la nostra battaglia “per” e “nel” territorio.
Chi le scrive, ha 25 anni, quindi da me fugge qualsiasi logica affine a “vecchi rituali politici”, sinceramente, non so a cosa si riferisca. E questa mia ignoranza, fa da specchio a quella di tanti ragazzi che, dall’Università della Calabria prima e all’interno del Movimento poi, hanno speso energie fisiche, mentali ed economiche a sostegno di quest’idea cui hanno creduto e credono tutt’ora fermamente.
Attaccare un compagno di Partito?
Nella lettera è scritto che lungi da qualsiasi firmatario la ben che minima volontà di attaccare la persona del Presidente Loiero, quel che è stato scritto, invece, è ben altro.
Ci si domanda se dopo anni di lavoro sul territorio, trascorsi a radicare e far conoscere il Movimento e, soprattutto, le sue idee, nonché a tenere lontano gli “ascari”, pronti a tradire i valori portanti del nostro Partito (e gli esempi passati, in Calabria e non solo, sono tanti) per una “poltrona” o una “promessa”, se alla luce di tutto questo debba maturarsi la scelta di non puntare sul nuovo, su chi ha da guardare al mondo con l’esperienza sì, ma anche con l’abilità e la freschezza mentale che, pur prescindendo dalla carta d’identità, non può e non deve ripresentarsi uguale a se stessa nei volti di chi ha già dato in larga misura nel corso di decenni e decenni di attività politica.
Ecco, noi non attacchiamo nessuno, noi non giudichiamo il Presidente Loiero, che come tutti i politici ha avuto un percorso fatto di luci ed ombre.
Ed è proprio in quest’ultimo passaggio che desideriamo si colga l’essenza del nostro documento: il Presidente Loiero ha avuto un percorso, ha dato il suo apporto ma ora, siamo convinti, sia giunto il momento di cedere il passo non, ripetiamo, riguardo (unicamente) al dato anagrafico ma rispetto a quella freschezza mentale di chi sa concepire ed amministrare il proprio “mondo”, composto dai territori, seguendo quelle linee guida fondate sull’autonomia e sul nuovo meridionalismo.
Ho adoperato, credo non abusandone, spesso il termine “freschezza” che reputo sinonimo di “creatività, innovazione, capacità di lettura di quei nuovi processi” che, grandi o piccoli, riguardano, oramai tutto il tessuto della pubblica amministrazione, centrale o periferica che sia.
Inutile poi, nasconderci dietro un dato di fatto: il Presidente Loiero ha mantenuto distinta la componente di “Autonomia e Diritti” e non ha proceduto a fonderla nella famiglia del Movimento, ciò vorrà pur dire qualcosa nei confronti di quel progetto che noi tutti abbiamo sposato dal 2009.
In questo mio e nostro pensiero sento e sentiamo di non aver offeso nessuno.
Infine, leggo e, probabilmente anzi sicuramente, sbaglierò una velata “pre-espulsione” dal Movimento nei confronti di chi ha sottoscritto il documento.
Non dovessi sbagliarmi, senza voler richiamare i fantasmi di “finiana memoria” e chiedere: «Che fa mi caccia?», le dico che attenderò eventuali valutazioni e decisioni del “Comitato dei Garanti”.
Convinto e convinti che l’autonomia dei territori parta dall’autonomia degli uomini e delle donne che li difendono e li rappresentano, mai infileremo la testa sotto la sabbia e quando avremo da discutere lo faremo con educazione e rispetto del principio democratico, attenendoci alle decisioni della maggioranza interna, così come vita di Partito vuole.”
Lettera firmata
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