Cosenza, Ugl: ipendenti servizio Operatori Socio Sanitario non riconosciuti

Cosenza Salute

“In relazione agli ultimi accadimenti politico istituzionali sul processo di “internalizzazione” del personale che svolge attività di supporto sanitario all’interno delle ASL purtroppo si è ancora in attesa di una soluzione definitiva ma soprattutto di una soluzione che tenga conto di coloro i quali da questo processo sono rimasti esclusi (almeno sino ad oggi), vedi i lavoratori delle varie ditte e cooperative che svolgono tali servizi nell’Ao o ASL. Si è scritto e parlato tanto al riguardo, peggio ancora sono state fatte molte promesse in molti tavoli aperti in Regione Calabria ed in sede prefettizia, ma con scarsi risultati. Ancora oggi, dopo due anni dall’inizio della vertenza sindacale che vede coinvolti per il riconoscimento della riqualificazione di Operatore Socio Sanitario, corso di formazione voluta dalla Regione Calabria e terminata nel 2008 che ha visto coinvolti circa 145 unità della azienda Dussmann Service (EX Cam Service), ditta che è in stato di proroga, da un decennio, ha in appalto (servizio esternalizzato) presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza il servizio di Pulizie ed “inservientato”, è completamente assente di soluzione”. E’ quanto scrive per l’Ugl Terziario Cosenza, Pino Molinari.
“Nell’ultima riunione del 28 Dicembre – scrive l’Ugl - che ha visto presso AO di Cosenza, Il direttore generale Avv. Paolo Maria Gangemi, il direttore amministrativo Dott. Achille Gentile, il direttore AREA Sud Dussmann service Dott. Orazio Cuozzo, con alcuni suoi collaboratori, ed i rappresentanti dei lavoratori CGIL CISL UIL e UGL che dovevano firmare un accordo per concludere positivamente la vertenza, almeno tamponare momentaneamente la contesa, si è visto incredibilmente proiettati nel passato, dove la Dussmann avanza ancora nuovi problemi per il riconoscimento, non più un fattore solo economico, e l’Azienda Ospedaliera, più precisamente, il Direttore Generale, che fino a quel momento è sempre stato disponibile a trovare una soluzione positiva per questi lavoratori, pone al tavolo un silenzio assordante.

Sinceramente increduli di tanta sfrontatezza da parte dei principali attori, non possiamo continuare a subire la mancanza di volontà da parte della politica di cercare strade per superare questa problematica e continuare a scaricare la responsabilità a terzi, (Tavolo Massici, crisi economica, Generale Pezzi, Stazione Unica Appaltante).

Eppure si era trovata una strada che portava a due fattori rilevanti per tutti, internalizzazione e risparmio due fattori sostanziosi che vanno a braccetto con il piano di rientro.

Abbiamo dimostrato, confermato anche dal Dipartimento della Salute, che, assumendo (non si tratta di una nuova assunzione, ma solo di uno spostamento di capitale economico, da un capitolo di spesa” Beni e servizi” ad un altro “Personale” direttamente i lavoratori Dussmann Service, invece di continuare ad appaltare questo particolare servizio, si avrà un risparmio del 15%, rispetto al capitale oggi impegnato circa cinque milioni di euro annui.

Stanchi di vedere gettati al vento anni di lotta e di sacrifici da parte sia dei lavoratori ma anche da parte dei RSA dei lavoratori, ci apprestiamo a preparare una denuncia presso la Procura della Repubblica nei confronti dell’ente appaltante cioè Azienda Ospedaliera di Cosenza per Intermediazione di manodopera.

Nel nostro ordinamento vige il divieto di intermediazione di manodopera, ovvero quel fenomeno di lavoratori che vengono assunti da un datore (intermediario) ma che in realtà prestano la loro attività in favore di altro imprenditore (committente) il quale, in tal modo, ottiene la forza lavoro necessaria sopportando un più basso costo del lavoro. Il divieto di intermediazione di manodopera ( L. n. 1369/60) nasce, storicamente, al fine di combattere il fenomeno del "caporalato", attraverso cui si procedeva allo sfruttamento della manodopera, soprattutto in ambito agricolo ed edile. La fattispecie dell' intermediazione di manodopera vietata dall'ordinamento si differenzia dall'appalto di opere e servizi in cui il committente imprenditore o datore di lavoro è obbligato in solido con l'appaltatore nonché con ciascuno degli altri subappaltatori, entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti “.