Unical: incontro col Presidente del Consiglio Universitario Nazionale
“Università e Ricerca: problematiche e prospettive”. È stato il tema dell’incontro, svoltosi stamane nell’aula Caldora, con il Prof. Andrea Lenzi, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale, e dedicato alle questioni più spinose e scottanti che in questo momento interessano questo settore. Al dibattito, aperto a tutta la comunità universitaria, hanno partecipato anche il rettore, Prof. Giovanni Latorre, ed il Prof. Marcello Maggiolini, delegato alle Politiche per la promozione della Ricerca scientifica.
Gli interventi che si sono succeduti hanno messo in evidenza il quadro a tinte fosche e le forti criticità che affliggono il sistema universitario italiano. Il rettore ha puntato l’indice sulle “debolezze di contesto” che penalizzano fortemente gli Atenei come quello d’Arcavacata. “Non è accettabile - ha sottolineato Latorre – che si verifichi il paradosso che le università meglio finanziate dal sistema pubblico sono proprio quelle che hanno le tasse maggiori e che possono contare su consistenti apporti finanziari esterni, mentre le altre – quelle che operano in contesti economicamente svantaggiati come il nostro – corrono il rischio concreto di vedere vanificati gli sforzi competitivi che pure quotidianamente pongono in essere”.
Al rettore ha fatto eco il prof. Maggiolini che dopo aver evidenziato le diverse debolezze del sistema universitario, non ha mancato d’incalzare il presidente del Cun attraverso una serie di domande relative al sistema di valutazione universitaria, al finanziamento alla ricerca attraverso i bandi “Prin” e alle opportunità offerte ai ricercatori. Il prof. Lenzi, dal canto suo, ha parlato dalla legge n.240 che ha introdotto importanti, quasi epocali, innovazioni per tutte le componenti del sistema universitario. “Al momento – ha detto - è ancora presto per valutarne appieno il rendimento, mentre è sotto gli occhi di tutti come la riforma del 3+2 abbia raddoppiato i corsi di laurea e sia stata inefficiente rispetto ai pur buoni propositi sui quali era nata”.
Lenzi s’è poi soffermato sulla discussa abilitazione nazionale dei ricercatori, descrivendone i limiti, solo parzialmente corretti dal ministro Profumo, e sottolineando, soprattutto, il fatto che essa è destinata a rimanere una “scatola vuota” se le università non torneranno ad avere la possibilità d’assumere. Il numero uno del Consiglio Nazionale, parlando poi della progressiva riduzione dei fondi “Prin” per la ricerca, li ha definiti una sorta “di cartina al tornasole di un Paese che in controtendenza, rispetto a tutte le Nazioni industrializzate, non pensa al suo futuro tagliando consistentemente gli investimenti su università e ricerca. Emblematico – ha concluso – è stato il comportamento del Governo Monti che pur essendo un esecutivo formato in buona parte da tecnici provenienti dal mondo universitario, ha tagliato col Decreto di Stabilità ben 300 milioni di euro al Fondo di Finanziamento Ordinario delle università”.