Mafia: boss mandava “pizzini” dal carcere di Catanzaro

Catanzaro Cronaca

Giuseppe Alferi, il capo del gruppo mafioso di Gela (Caltanissetta) colpito la scorsa notte dalla polizia con 28 arresti, impartiva ordini dal carcere di Catanzaro nascondendo i suoi 'pizzini' in pacchi di fazzolettini che consegnava ai suoi familiari durante i colloqui. Secondo l'accusa, ad agire per suo conto c'erano la moglie Silvana Cialdino di 46 anni e l'amante Maria Azzarelli, anche lei di 46 anni , detta "Maria Maccarruni". Quest'ultima, sostengono gli inquirenti, manteneva i rapporti con gli altri affiliati dell'organizzazione, e faceva da anello di congiunzione della banda: custodiva le armi, si occupava della gestione degli immobili dello Iacp occupati abusivamente per essere poi "rivenduti", e degli altri affari illeciti del clan.

L'Azzarelli è accusata anche di aver gestito un vasto giro di usura, con la complicità di Antonella Bignola, 29 anni, che lavorava nella sala Bingo di Gela e poteva così individuava e segnalare agli strozzini persone in difficoltà e con il vizio del gioco. La consegna dei"pizzini" e' stata documentata dagli inquirenti grazie a dei filmati realizzati nella sala colloqui del carcere catanzarese.