Cinema: riparte il 24 gennaio la rassegna “Giovedì d’Essai”
Riparte giovedì 24 gennaio la rassegna “Giovedì d’Essai” ideata ed organizzata dall’Associazione Culturale Aprustum, in collaborazione con il Cinema Atomic Cafè. La programmazione riprende dopo un mese di stop e ci accompagnerà con altri dodici film fino al 18 aprile. Iniziata lo scorso 11 ottobre, la rassegna sta avendo grandi consensi con una selezione di film per la maggior parte dei quali si è registrato il sold-out nell’accogliente sala di via Mazzini. Nove finora i film proiettati, tra cui i bellissimi “Blue Valentine”, “Una separazione” e “Tournèe”, per un appuntamento diventato oramai imperdibile per tutti coloro che hanno voglia di guardare pellicole di grande qualità e interesse ma che spesso diventano “invisibili”, seguita dal piacere di intrattenersi per confrontarsi e discuterne.
Sicuramente un segnale molto positivo a testimonianza che la voglia di “Cinema” a Castrovillari c’è. Tornando alla programmazione di Gennaio “Giovedì d’Essai” ci regalerà due film assolutamente da non perdere. Giovedì 24, è in programma l’italiano “I giorni della vendemmia”, gioiellino del cinema indipendente realizzato senza finanziamenti pubblici nelle campagne emiliane. Un film d'autore, opera prima del giovanissimo regista emiliano Marco Righi che è diventato un caso per il consenso di pubblico e critica.
“I Giorni della vendemmia” racconta l'educazione sentimentale di un adolescente stretto nella morsa tra l'arrivo di una giovane suadente ragazza di città e il ritorno dell'inconcludente ma carismatico fratello, sullo sfondo del piccolo mondo rurale dell’Emilia di Guareschi. Giovedì Cinema prosegue il 31 di gennaio con “We want sex”, una brillante commedia inglese di Nigel Cole che racconta la storica protesta di 187 operaie inglesi che nel 1968 sconvolsero Londra per chiedere pari diritti e pari salario dei loro colleghi maschi. Nei tanti piccoli drammi e sforzi fatti, alcuni davvero eroici, anche per contrastare lo strapotere del maschilissimo e maschilista sindacato, s'inserisce un'allegria e solidarietà, materiale e di spirito, tutta femminile e molto divertente.
Intrigante il titolo con cui è uscito in Italia ma non fuorviante, per una volta persino più bello dell'originale. Gli striscioni delle operaie avevano la frase "We want sex equality", solo che per il vento o qualsiasi inconveniente potevano ridursi nella scritta, con effetti appunto esilaranti.