Percolato nel Nicà. “Sospeso” il Direttore dei lavori, indagato funzionario Arpacal

Cosenza Cronaca

Nella mattinata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, supportati dai colleghi di Cosenza, hanno eseguito la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere, per un anno, a carico del Direttore dei Lavori relativi alla realizzazione del secondo invaso della discarica di Scala Coeli.

Allo stesso professionista il Gip della Tribunale di Castrovillari contesta il concorso nel reato di disastro ambientale e con provvedimento ha anche sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio un funzionario dell’Arpacl, in relazione alla imputazione di rifiuto di atti di ufficio.

Le misure di stamani si inseriscono nell’inchiesta della stessa Procura della città del Pollino che il 12 novembre scorso ha portato al sequestro dello stesso impianto per rifiuti speciali non pericolosi (QUI), sempre per l’ipotesi di disastro ambientale.

Secondo gli inquirenti il Direttore dei Lavori insieme all’amministratore di allora della società titolare della discarica, ai due amministratori della società esecutrice dei lavori all’impianto, all’amministratore della società che ha realizzato l’impermeabilizzazione dell’invaso, avrebbe concordato l’installazione di una tubazione, successivamente tombata, del diametro di 60 cm e lunga più di 60 metri, che non sarebbe stata prevista nel progetto né autorizzata dalla Regione Calabria.

La tubazione, posta nella parte inferiore dell’invaso avrebbe consentito al percolato di fluire all’esterno dell’argine artificiale, omettendone, anche, la segnalazione agli enti preposti.

L’ingegnere, inoltre, avrebbe attestato, con un apposito verbale, la corretta realizzazione di questi lavori, circostanza che per la Procura non corrisponderebbe al vero.

Quanto alla posizione del funzionario Arpacal, si ritiene che nell’esercizio delle sue funzioni, sebbene durante una ispezione effettuata il 2 gennaio del 2023 avesse accertato a presenza di circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso, abbia omesso di redigere un compiuto verbale contenente, in particolare, il riscontro della violazione del provvedimento Aia nella parte in cui impone al titolare della discarica la completa rimozione del percolato insistente al di sopra del sistema di impermeabilizzazione.

Inoltre, si ipotizza che non abbia nemmeno effettuato le conseguenti comunicazioni alle autorità amministrative e giudiziarie competenti, alle quali era tenuto per legge.