Scala Coeli, Legambiente: “La Regione agisca per chiudere e bonificare la discarica”

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Sulla gestione dei rifiuti la Regione Calabria deve invertire la rotta a partire dalla discarica di Scala Coeli dove nei giorni scorsi una grandissima quantità di percolato, per cause ancora da chiarire, si è riversata nel torrente Patia (QUI) dove è rimasto confinato con argini e che, ad oggi, è stato rimosso solo parzialmente.

Lo chiede Legambiente Calabria secondo la quale quanto accaduto starebbe dimostrando a tutti “le conseguenze ambientali dei comportamenti errati e degli allarmi inascoltati”.

Si è svolta proprio ieri infatti una manifestazione a cui hanno partecipato molti cittadini del basso ionio cosentino e dell’alto crotonese, insieme a molte associazioni del territorio, sindacati di categoria, rappresentanti politici ed assessori comunali e regionali, per chiedere a tutte le Autorità ed Istituzioni competenti un intervento urgente, più incisivo di quello in atto, in merito alla grave situazione in cui ancora versa il terreno Patia, affluente del fiume Nicà.

Nella stessa giornata la Regione Calabria ha convocato i sindaci del territorio intorno ad un tavolo tecnico per parlare dell'emergenza nella Valle del Nicà.

Legambiente chiede quindi di attivare immediatamente un piano per il recupero totale del percolato e la bonifica dell'intera area nonché la nomina di un commissario tecnico che stabilisca le modalità per evitare l’aggravarsi della situazione, di monitorare nel tempo le acque ed il suolo, di valutare i danni, di accertare le cause e quindi chiudere definitivamente la discarica.

In attesa dell’esito delle indagini e delle verifiche tecniche, inoltre, l’associazione ambientalista sollecita la rimozione di tutti i rifiuti ancora abbancati nell’impianto “dinnanzi alla probabilità che la causa dell’accaduto sia riconducibile al telo in polietilene presente nella stessa con conseguente possibilità di ulteriori danni collegati anche al verificarsi di eventi meteorologici nella zona”.

“Al riguardo – affermano da Legambiente - occorrerà verificare le prove di collaudo eseguite per mettere in esercizio l’impianto come le prove sui teli e sulla barriera d’argilla. A due settimane di distanza dal disastro ancora non c’è, infatti, alcuna certezza sulle modalità e sulla tempistica della bonifica, né sulle effettive cause del gravissimo sversamento di percolato dall’impianto di smaltimento di proprietà della Bieco”.

Il grave incidente che si è verificato per l’associazione rappresenta “una grave minaccia, per l'ambiente, le acque, la terra il mare, le falde, per l'economia dei nostri territori che vivono di agricoltura, zootecnia e turismo, ma soprattutto per la salute di tutti i cittadini e per il futuro delle giovani generazioni”.

“Ringraziamo tutti i partecipanti alla manifestazione, donne, uomini, ragazzi, forze dell'ordine presenti e tutti quelli che, anche a distanza, hanno dimostrato la loro vicinanza. La gente del territorio attende risposte ed interventi concreti ed immediati. Alla Regione Calabria, in persona del suo presidente, chiediamo chiarezza e tempestività dell’azione per tutelare in tutti i modi possibili l’ecosistema di una terra che amiamo e che deve essere protetta dai predatori di futuro” concludono da Legambiente.