Sequestro discarica Scala Coeli, Legambiente: “Regione revochi autorizzazione”

Cosenza Cronaca

Come noto, è di ieri la notizia che i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, supportati in fase esecutiva dai militari del Noe di Napoli e del Comando provinciale di Cosenza, hanno eseguto un decreto di misura cautelare reale, emesso dal Gip del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha visto il sequestro della discarica per rifiuti speciali non pericolosi, compreso l'invaso di quindicimila metri quadrati ubicati a Scala Coeli, con l'affidamento dello stessa ad un amministratore giudiziario (QUI).

Una notizia attesa dai vari livelli territoriali e nazionali di Legambiente e dal circolo Nicà, che sono sempre stati fiduciosi nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura.

A distanza di molti mesi dal gravissimo sversamento di percolato (QUI), avvenuto a giugno dello scorso anno - e per il quale il circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, il data 30 giugno successivo, aveva prontamente presentato un dettagliato esposto ipotizzando il disastro ambientale - si configurerebbero le evidenze riscontrate dagli inquirenti delinendosi il quadro delle presunte cause di quanto accaduto nell'impianto di località Pipino.

Legambiente ha sempre condotto una battaglia serrata contro la realizzazione della discarica ed il suo ampliamento, per tutelare l’ambiente e la salute delle persone.

Una lotta che ha visto al suo fianco associazioni, cittadini, contadini, agricoltori ed amministratori che hanno contribuito a tenere alta l'attenzione sulla vicenda.

La caparbietà del Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, che mi onoro di rappresentare – dichiara Nicola Abbruzzese presidente del circolo -, ha avuto il merito di aver portato avanti, senza tregua, una battaglia che per anni ci ha visti impegnati con numerose segnalazioni ed esposti indirizzati a tutti gli uffici regionali e ministeriali: sono stati anni duri e faticosi, sia sotto il profilo personale che associativo”.

Negli anni anche i presidenti nazionali e regionali di Legambiente sono intervenuti sulla vicenda e sono arrivati in località Pipino per manifestare la loro contrarietà alla discarica: Con il sequestro si segna un punto di svolta, ma rimane il danno arrecato al territorio – affermano il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e la presidente regionale, Anna Parretta -.Danni che testimoniando gli errori commessi e che si sarebbero potuti evitare in un territorio bellissimo con un’alta vocazione di agricoltura biologica".

"Ribadiamo la richiesta, più volte formulata al Presidente Roberto Occhiuto, di revocare in via definitiva l’autorizzazione alla discarica, mettendo la parola fine, seppure con grande ritardo, ad una brutta vicenda che non sarebbe mai dovuta neppure iniziare. Per il futuro, chiediamo alla Regione Calabria di mettere al centro di ogni propria azione, a partire dalla gestione del ciclo dei rifiuti, la tutela e la protezione ambientale”, concludono.