Sicurezza: meno omicidi, più furti, rapine e contrabbando. Colpa della crisi
L’Italia è un paese meno sicuro rispetto al 2011. È questa la fotografia che emerge dalla lettura dei dati del Ministero degli Interni sulla sicurezza nel primo semestre del 2012. Perché se è vero che da un lato diminuiscono i reati che destano maggiore clamore sociale quali omicidi e violenze sessuali, dall’altro crescono proporzionalmente i delitti cosiddetti comuni, cioè le rapine nelle abitazioni, i furti e i borseggi, ma salgono in percentuale anche i reati “sociali”, come l’usura, il racket, le estorsioni.
Le ragioni di quest’istantanea nel primo semestre dello scorso anno rispetto agli stessi sei mesi del 2011, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” non possono non essere attribuiti all’aggravarsi della crisi economica e quindi alle conseguenze della ricerca di mezzi di sopravvivenza di natura illecita anche da parte di categorie di cittadini estranee del tutto o quasi al crimine.
Ma venendo al dettaglio dei primi sei mesi dei due anni in comparazione, come si diceva, si sono registrati meno omicidi volontari: mentre nei primi sei mesi 2011 erano 495 e nello stesso periodo di un anno dopo ne sono stati compiuti 461, ossia 34 in meno (- 6,9%). Al contempo è calato il numero di tentati omicidi, che sono scesi da 713 (2011) a 688 (2012), 25 in meno (-3,5%). Anche le violenze sessuali, registrano la stessa tendenza al ribasso: passano da 2382 nel 2011 a 2270 nel 2012, 112 in meno (- 4,7%).
Al contrario crescono tutti i reati che potremmo dire connessi con l’aggravarsi della crisi economica. In primo luogo le rapine, ossia i furti con minaccia o violenza. Come detto complessivamente il numero totale è aumentato: da 20133 a 20547 (+2,1%) ma con delle distinzioni che possono essere evidenziate nella tabella del ministero. Le rapine nelle abitazioni, infatti, sono aumentate di ben il 25,8%, da 1333 a 1667, mentre, al contrario quelle in banca sono invece diminuite del 22,1%, da 734 a 572; sono diminuite anche quelle agli uffici postali, da 207 a 200 (- 3,4%) e quelle in strada, da 10253 a 10112, (-1,4%).
Analoga tendenza registrano i furti che sono stati 697.716 nel 2011, 719.748 nel 2012, con un aumento globale del 3,2%. Quelli nelle abitazioni sono invece cresciuti del 17,3%. I casi di ricettazione sono stati 11.601 nel 2011, 12.057 nel 2012, con un aumento del 3,9%.
Venendo ai reati cosiddetti sociali come quello di usura che costituisce una questione assai difficile anche perché il numero di denunce sono di gran lunga inferiori a quelle effettive, anche perché soventemente vengono denunciati atti di usura effettuati da privati non legati alla criminalità organizzata, mentre lo sono molto meno quando gli atti di usura vengono fatti da organizzazioni criminali. Nonostante la complessità del fenomeno, anche in questo caso si registra un aumento dei casi di usura denunciati: si passa da 197 nel primo semestre del 2011, a 204 nel primo semestre del 2012 (+ 3,2%).
Sorprende l’impennata dei reati connessi al contrabbando dopo anni di flessione: sono ben il 28,9% in più. Anche questo è un aspetto legato intimamente alla crisi. L’introduzione sul mercato nero di merci e prodotti a prezzi inferiori rispetto ai canali legali è un mercato sicuro e redditizio, proprio perché le merci hanno costi inferiori e la gente ne è maggiormente attratta per i risparmi che può ottenere,.
Un settore che evidenzia aumenti di anno in anno è quello delle truffe e le frodi informatiche che sono connessi alla maggiore diffusione dell’uso della tecnologia. L’aumento, in questo caso è del 7,3%, con circa 3.800 reati denunciati in più (da 52.107 a 55.919).
Da segnalare, inoltre, le persone arrestate, che sono diminuite nel 2012 (96.833) rispetto al 2011 (98.220), e le persone denunciate, che sono state di più nel 2012 (380.591) e di meno nel 2011 (364.056). ciò vuol dire che ci sono state più denunce e meno arresti.