Carceri: Quintieri protesta con l’Amministrazione Penitenziaria per detenuto cosentino
La decisione assunta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nei confronti di Pietro D.M, 44 anni, detenuto cosentino fino a qualche giorno fa presso la Casa Circondariale di Rossano, in Provincia di Cosenza, continua a provocare malumori nell’opinione pubblica. Infatti, a causa del trasferimento presso il Carcere di Lanciano in Provincia di Chieti, quest’uomo che ha già espiato nel carcere calabrese già 5 anni e prossimo alla scarcerazione, non potrà più vedere ed abbracciare la sua bambina, Natalia, di 10 anni, gravemente malata e costretta a vivere su una sedia a rotelle. Questa volta a protestare è l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri, candidato in Calabria alla Camera dei Deputati con la Lista Radicale “Amnistia Giustizia e Libertà”.
Gradiremmo conoscere dall’Amministrazione Penitenziaria quali siano i motivi che giustifichino questo intollerabile e disumano trasferimento. L’Ordinamento Penitenziario all’Art. 42 stabilisce che “i trasferimenti sono disposti per gravi e comprovati motivi di sicurezza, per esigenze dell’Istituto, per motivi di Giustizia, di Salute, di Studio e Familiari” e che “Nel disporre i trasferimenti deve essere favorito il criterio di destinare i soggetti in Istituti prossimi alla residenza delle famiglie”. Francamente, non ci pare, che ci siano motivi validi in fatto e in diritto che possano legittimare quanto disposto. L’Amministrazione Penitenziaria la deve smettere di trattare i detenuti come dei pacchi postali – prosegue Quintieri – e dovrebbe utilizzare con più prudenza l’esercizio discrezionale di questo potere anche nel rispetto di quanto sancito dalla Costituzione e dall’Ordinamento Penitenziario.
Avrebbero dovuto tenere conto del fatto che il trasferimento dalla Calabria in Abruzzo avrebbe reso impossibile la fruizione dei colloqui con i familiari ed in particolare modo con la figlia minorenne affetta da una patologia invalidante che la costringe a vivere sulla sedia a rotelle, privandola del conforto morale e dell’assistenza psicologica del proprio padre, sopprimendo completamente quel diritto fondamentale al mantenimento dei rapporti familiari riconosciuto e garantito espressamente dall’Art. 29 della Costituzione Repubblicana, dall’Art. 42 dell’Ordinamento Penitenziario e dall’Art. 24 delle Regole Penitenziarie Europee.
Mi auguro – conclude Emilio Quintieri – che l’Amministrazione Penitenziaria riveda la sua decisione e che riporti in Calabria questo detenuto presso la Casa Circondariale di Rossano ove stava espiando la pena oppure presso il Carcere di Cosenza, città in cui vive la sua famiglia, o altro Istituto Penitenziario ritenuto più opportuno.