Bancarotta fraudolenta, in manette quattro persone: sequestrate due aziende vibonesi
E' in corso dalle prime ore di stamani un'operazione condotta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia in materia fallimentare. L'ipotesi di reato formulata dal pm Santi Cutroneo, titolare dell'inchiesta, è quella di bancarotta fraudolenta.
Ulteriori dettagli sull'intera operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà alle 11 di stamani negli uffici della Procura di Vibo Valentia, alla presenza del procuratore, Mario Spagnuolo, del pm Santi Cutroneo, del comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Paolo Valle, e del tenente colonnello Michele Di Nunno, comandante del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia.
L'ipotesi di reato formulata dal pm Cutroneo, titolare dell' inchiesta, è quella di bancarotta fraudolenta. Quattro gli arresti eseguiti (si tratterebbe dei fratelli Ivano, Emiliana e Giuseppe Ceravolo, oltra ad un commercialista di Lamezia Terme, Sergio Scalise) e due le società sequestrate operanti nel settore della distribuzione di prodotti ittici surgelati, la "Cerpesca Ceravolo" e la "Cerpesca", per un valore di un milione di euro. Ad essere arrestati sono gli imprenditori Giuseppe Ceravolo, Ivano Ceravolo ed Emiliana Ceravolo, accusati di aver distratto i beni della società "Food Service", dichiarata fallita, per creare le nuove società denominate "Cerpesca" con sede nella zona industriale di Maierato, centro alle porte di Vibo Valentia. (AGI)
h 12:32 | Si chiama “Food Service” l’operazione dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia che, in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura vibonese, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre imprenditori ed il loro commercialista, per i reati di bancarotta fraudolenta. I quattro sono agli arresti domiciliari ed è stato anche disposto il sequestro delle nuove società. Il valore stimato delle società sottoposte a sequestro è di circa un milione di euro.
L’attività investigativa è iniziata nel corso del 2012, su delega della locale A.G. inquirente che ha attenzionato la procedura concorsuale nell’ambito della quale è stato dichiarato il fallimento di una società operante nella produzione e vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici surgelati e alimentari in genere.
La complessa attività d’indagine, concentrata sull’ipotesi di distrazione di beni dalla procedura stessa, per come segnalato dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Vibo Valentia, ha permesso alle Fiamme Gialle di appurare che gli arrestati, attraverso vari artifici economico-contabili e la costituzione di altre società alter-ego della fallita, avevano distratto dal patrimonio aziendale beni societari e risorse finanziarie per centinaia di migliaia di euro.
L’attività d’indagine ha permesso di individuare la tecnica utilizzata dagli indagati per realizzare altre attività che continuavano ad operare nello stesso settore e con la medesima struttura aziendale della società in esame, la quale “sulla carta” era stata trasferita nell’arco di pochi mesi a due soggetti residenti in Piemonte ma che di fatto continuava ad operare nel vibonese con un’altra ragione sociale, al fine di sottrarre disponibilità finanziarie ed altre utilità all’apprensione degli organi concorsuali, i quali oltretutto non hanno rinvenuto alcun documento contabile per la ricostruzione del volume d’affari e degli altri fatti societari. Tutto ciò possibile grazie anche al professionista che ha consentito il fittizio trasferimento di quote societarie.