Il penitenziario di Rossano alla cena di gala di Casa Sanremo
Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma hanno accolto con estremo favore l’iniziativa progettuale del Dott. Giuseppe Carrà, Direttore del Penitenziario di Rossano e del Dott. Giuseppe Greco, manager di una nota agenzia di eventi, di partecipare – nell’ambito di una manifestazione così importante – offrendo non soltanto musica e prelibatezze culinarie ma anche uno spaccato di, un qualcosa che, fin troppo spesso, disturba la società civile vale a dire un penitenziario e la sua umanità, la popolazione che ci vive e quella che ci lavora quotidianamente e che sembra stridere con i luccichii e le paillettes del Festival di San Remo. Appare evidente il contrasto tra un concetto di bellezza seducente e già preconfezionata a confronto con l’universo carcere che, troppo spesso, viene presentato e affrontato in chiave emergenziale, accendendo le spie delle telecamere solo per fatti eclatanti e mostrare solo la parte peggiore di questo mondo.
Al contrario, con questa manifestazione, si riesce a mostrare il cosiddetto “ dietro le quinte” , ovvero il paziente e quotidiano lavoro svolto dalla polizia penitenziaria, dai funzionari dell’area trattamentale oltre che della sensibilità dei singoli dirigenti penitenziari e, in questo caso del Dott. Carrà, anche se «all'inizio non è stato semplice», come ha sottolineato lo stesso direttore del Carcere di Rossano. «La sfida – ha aggiunto – è scommettere sull'essere umano. Il cambiamento avviene attraverso piccoli passi».
Nel carcere di Rossano i detenuti hanno imparato a curare un orto ed un giardino, a lavorare in una falegnameria e a produrre oggetti artigianali; alcuni di essi sono regolarmente impiegati in una ditta di ceramica conosciuta a livello nazionale che produce direttamente in Istituto perché un detenuto che lavora è un investimento sul futuro dell’intera comunità. L’importanza del presentare il “prodotto carcere” consiste nell’illuminare non gìà un “bello” già preconfezionato ma dimostrare come, persone che in un certo periodo della loro vita hanno sbagliato, qui si rimettono in discussione, scrutano dentro sé stessi alla ricerca del proprio essere più intimo per fare emergere quello che c’è di buon in loro, mettendosi alla prova. Persone, detenuti, che oggi si mettono in mostra per gli italiani nella loro essenza migliore.
Il carcere di Rossano ha ospitato anche corsi di musicoterapia, di pittura e arteterapia, Cineforum e Calcetto e agricoltura biologica. Questo perché gli istituti di pena non devono essere intesi come strutture punitive, ma come strumenti per preparare il detenuto ad un reinserimento nella società. Recupero che non può avvenire senza la partecipazione della società stessa.
Infatti, per l’occasione alcuni detenuti hanno preparato degli oggetti attinenti alla manifestazione e realizzati interamente a mano; si tratta di un violino color radica con sostegno di circa 40 cm; una chitarra elettrica di circa 20/30 cm rossa e bianca; chitarra elettrica di circa 10/15 cm bianca e nera e un pianoforte color radica di circa 30/40 cm con sgabello in legno e velluto. Una conclusione dell'evento Casa Sanremo in grande stile in cui un pezzo del carcere di Rossano entra nelle case degli italiani.
Una serata di Gala per festeggiare la fine della 63° Edizione del Festival della Canzone Italiana con la consegna di riconoscimenti ad Istituzioni e privati che hanno apportato un contributo di miglioramento alla propria regione e che tra i premiati vedrà proprio il Direttore del carcere rossanese, Giuseppe Carrà, per la grande opera di rieducazione sociale posta in essere e il contributo alla lotta alla criminalità con la concezione avanguardistica della moderna casa di reclusione portando avanti il concetto di carcere “utile” e proficuo dove il “tempo della pena è tempo della vita”.
Dunque il 16 febbraio è una serata progettata e ideata per fare conoscere le “eccellenze calabresi” e, tra queste, con il patrocinio morale del Ministero della Giustizia, il Penitenziario di Rossano che parteciperà con il proprio carico di umanità dando lustro al territorio rossanese di cui rappresenta una delle sue “eccellenze” e facendo conoscere le professionalità che operano all’interno di un istituto che vivono – anch’essi - il carcere con vero spirito di servizio trasformando quella che potrebbe essere una sterile istituzione in un mondo che produce, lavora, va a scuola e impara a con-vivere con le regole.