Vibo: consegnata alla Capitaneria un’auto confiscata alla ‘ndrangheta

Vibo Valentia Attualità

Si è svolta stamattina, nei locali della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, una conferenza stampa, alla presenza del Prefetto Michele Di Bari, nel corso della quale si è proceduto alla consegna, al Comandante della Capitaneria di Porto C.F. (CP) Paolo Marzio, delle chiavi di un’autovettura confiscata alla criminalità organizzata della Provincia di Vibo Valentia.

L’Autovettura, messa a disposizione dal Tribunale di Vibo Valentia – Sezione Misure di Prevenzione, al Nucleo di Supporto per le Attività dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati, di cui fanno parte tutti i rappresentanti delle Forze di Polizia operanti nella Provincia di Vibo Valentia, e coordinato dalla Dott.ssa Colosimo della Prefettura, è stata richiesta dalla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, per esperire attività di indagini di polizia giudiziaria e di controllo del territorio.

Nello scorso mese di gennaio il Tribunale di Vibo Valentia, con apposito provvedimento, assegnava l’autovettura confiscata alla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina. La stessa, custodita presso un deposito di beni mobili sequestrati, della Provincia di Vibo, veniva consegnata dal Dott. Bosco, Amministratore e custode dell’autovettura, ai militari della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia.

L’autovettura, consegnata con cerimonia alla presenza di una scolaresca, è stata nuovamente targata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e verrà utilizzata dai militari della Guardia Costiera impiegati in delicate attività investigative. Alla consegna delle chiavi erano presenti il Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia, dott. Antonio Di Marco, il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Dott. Mario Spagnuolo, il Questore Dott. Angelo Carlutti ed i Comandanti Provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato.

Anche oggi si è data concreta dimostrazione che l’azione sinergica dei vari apparati dello Stato consente non solo di aggredire efficacemente i patrimoni originati dai profitti delinquenziali, ma crea altresì le occasioni per reinserire i predetti patrimoni nel circuito lecito e dare agli stessi un’utilizzazione a beneficio dell’intera collettività.