Fai Cisl: Francesco Fortunato nominato nuovo segretario generale
E’ Francesco Fortunato il nuovo segretario generale della Fai Cisl delle province di Catanzaro-Crotone e Vibo Valentia, affiancato nella segreteria da Daniele Gualtieri e da Sebastiano Monaco. Lo ha sancito il congresso territoriale dell’organizzazione sindacale, svolto sabato a Lamezia Terme con la partecipazione del segretario nazionale della Fai Cisl Claudio Risso, di centinaia di delegati e numerosi ospiti. Il congresso è stato il primo della nuova struttura nata dall’accorpamento delle federazioni provinciali di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Una scelta, quella dell’accorpamento – è stato ribadito anche all’interno della mozione finale del Congresso - che va nella direzione della razionalizzazione delle risorse umane, strumentali ed economiche, e quindi di una migliore organizzazione e di una maggiore efficienza.
La strada intrapresa dalla Cisl rappresenta anche un segnale di coerenza rispetto a quanto il sindacato chiede da tempo alla politica ed al Governo nazionale, cioè di ridurre la spesa razionalizzando il sistema istituzionale e riducendo gli sprechi causati da una eccessiva proliferazione di enti e di sottogoverni. L’accorpamento delle tre strutture provinciali in una struttura unica deve essere da esempio per la politica, spesso troppo timorosa rispetto alla necessità di modificare gli assetti istituzionali. Al congresso hanno preso parte, tra gli altri, il segretario generale della Cisl Calabria Paolo Tramonti, il segretario generale FAI CISL Calabria Giuseppe Gualtieri; i segretari generali delle UST-CISL di Catanzaro, Domenico Cubello, di Crotone, Giuseppe De Tursi, e di Vibo, Sergio Petitto; i segretari generali uscenti della Fai-Cisl di Catanzaro, Luigi Gualtieri, di Crotone, Francesco Fortunato, e di Vibo Valentia, Bruno La Fortuna.
Nel corso del dibattito congressuale si è parlato degli effetti di una crisi lunga e complessa, che ha aumentato la disoccupazione in tutta Europa e in Italia, aggravando i suoi effetti in un territorio strutturalmente debole come la Calabria e in particolare nelle nostre province. E’ evidente che la crisi ha origini in un sistema finanziario speculativo, che cercando il profitto al di fuori del lavoro, ha messo in crisi il sistema produttivo, quindi l’economia reale e i consumi, generando una crisi che ha mostrato subito i suoi gravissimi effetti sociali. Occorre invece puntare sul “lavoro” come fattore primario della produzione e sul significato che svolge come elemento principale nell’esercizio redistributivo della ricchezza. Vanno dunque promosse riforme per aumentare l’occupazione e avviare la crescita, lavorando in sinergia tra imprese, sindacato, istituzioni, politica per ottenere una semplificazione normativa strutturata per il lavoro e un rafforzamento contrattuale che sposti il baricentro verso il luogo di lavoro. Occorre puntare sulla partecipazione, impegnando tutte le energie del sindacato nella ricerca di una crescita da perseguire anche con accordi importanti come quello sulla produttività e riforma contrattuale.
Il congresso si è soffermato sui temi della ricerca e dell’innovazione come via per lo sviluppo e la competitività, perché attraverso la conoscenza è possibile valorizzare quella relazione naturale che lega crescita, produzione e occupazione. Di fronte ad una politica che si esercita quotidianamente nella più vuota demagogia, il sindacato deve proporre idee che uniscono, riflessioni che aiutino ad individuare le priorità nelle scelte, ma soprattutto deve sapere indicare, con la sua autorevolezza, le strade da percorrere nell’interesse dei lavoratori, dei cittadini e in particolare dei giovani che oggi più che mai vedono trasformati i loro sogni in illusioni, e mortificate le loro speranze. In quest’ottica il sindacato deve offrire alla propria dirigenza l’opportunità di una formazione continua, che sia strumento di partecipazione ma anche di crescita in termini organizzativi e di qualità della proposta, ricordando che il sindacato è ormai l’ultimo baluardo a difesa dei lavoratori. Come negli altri territori della regione, anche nelle nostre province si registra una forte recessione, che mette in ginocchio tutti i settori di nostra competenza, su cui si rende necessario aprire tavoli istituzionali: dall’agricoltura all’agroalimentare, dalla forestazione alla bonifica e alla sorveglianza idraulica. Il congresso propone di avviare un confronto con tutti i soggetti coinvolti per una riorganizzazione strutturale e produttiva di questi settori, con iniziative di sostegno rivolte a creare i presupposti affinché il lavoro torni ad essere il protagonista principale.
In particolare occorre avviare un piano per rendere produttiva la forestazione, che costituisce una risorsa immensa per la nostra regione. Per l’agricoltura occorre guardare all’intera filiera, dalla produzione ad una trasformazione che sappia valorizzare le nostre produzioni di eccellenza, fino ad un consumo che possa guardare con fiducia alla provenienza ed alla genuinità del prodotto. Per favorire questi percorsi servono nuovi strumenti di governo collegiale del mercato del lavoro nel settore agricolo, perfezionando presupposti di bilateralità che coinvolgano i soggetti istituzionali chiamati a compiti e funzioni di politiche attive per il lavoro, allontanando il più possibile il lavoro sommerso e non sicuro.