Elezioni, Pd: analisi coraggiosa, per ripartire e rilanciare il paese e il mezzogiorno
L’esito delle consultazioni politiche dello scorso 24 e 25 febbraio, impone a tutti una seria analisi dei dati e una approfondita riflessione sulle cause di un voto popolare che senza ombra di smentita possiamo definire “senza precedenti”. Il partito Democratico si è presentato a questa consultazione, mettendo in campo uno sforzo enorme, cercando di riavvicinare la politica ai cittadini che disillusi dalla crisi si erano allontanati dalle istituzioni e dai partiti. - È quanto si legge in una nota del Circolo cittadino del Partito Democratico di Crotone -Tuttavia lo sforzo profuso nella campagna elettorale e la ferma volontà di proporre una svolta nella politica economica del paese, per quanto riguarda equità, moralità e sviluppo non ha ripagato. Il PD infatti a livello nazionale si è attestato al 25,4 % alla Camera e al 27,4 % al Senato, un dato obiettivamente al di sotto delle aspettative, pur se la coalizione di centro sinistra è risultata prima.
Il risultato che deve far riflettere maggiormente è indubbiamente quello del “Movimento 5 Stelle”, che è oggettivamente andato al di sopra di ogni previsione. Le motivazioni possono essere diverse ma il PD deve chiedersi in particolar modo come mai nonostante gli sforzi profusi, la proposta democratica non ha saputo attrarre l’interesse e il consenso dei giovani, dei tanti lavoratori precari, delle donne che ogni giorno fanno i conti con un sistema sociale che non aiuta.
Tale difficoltà è emersa in particolar modo al sud, dove pure il Partito, attraverso ampia consultazione con le primarie, aveva indicato i candidati che hanno rinnovato e qualificato la rappresentanza parlamentare. – Prosegue la nota - Proprio nelle regioni meridionali la proposta politica del PD non è stata recepita. Ebbene ciò deve indurre ad una seria e approfondita riflessione sul malessere sociale del Mezzogiorno, della difficoltà a veicolare un messaggio di attenzione e di rinnovamento che pure era presente nel programma elettorale e della difficile costruzione del rapporto con le popolazioni del sud. Bisogna prendere atto che la spinta populista del Movimento 5 Stelle e i messaggi elettorali e demagogici di Berlusconi, con proposte palesemente in contrasto e improponibili con lo stato di crisi del nostro paese di cui egli è stato Presidente del Consiglio per quasi 10 anni, hanno creato confusione nell’elettorato, determinando una situazione di impasse parlamentare, rafforzata anche dall’irrigidimento, di quanti non hanno voluto la riforma del sistema elettorale e il superamento dell’odioso porcellum. Il Mezzogiorno e la Calabria sono casi emblematici e drammatici e la provincia di Crotone ne è la conferma.
Il deficit infrastrutturale a cui nessun governo nazionale e regionale ha saputo porre rimedio, il tracollo degli indici economici e del reddito procapite, causa principale di una disoccupazione dilagante, una sanità fatta di tagli e non all’altezza delle richieste dei cittadini, hanno contribuito enormemente al tracollo di credibilità, sul quale è maturata la disaffezione dalla politica e che ha consentito a Grillo e ai suoi di cavalcare l’onda dell’antipolitica fino a farla diventare una – ma questo è tutto da verificare – controproposta politica.
Oggi è importante non sminuire la situazione, favorendo l’analisi più approfondita possibile sapendo di poter ripartire da quel 22, 3 % (che a Crotone diventa il 23,12 %) che i cittadini Calabresi hanno voluto dare al PD e programmare un percorso maggiormente vicino alle persone, usando un linguaggio più vero rispetto ai tanti problemi della gente e mettere in campo una proposta che sia rinnovatrice e innovatrice, così come i tempi richiedono. - Conclude la nota - Al popolo del PD, ed in particolar modo ai tanti dirigenti presenti sul territorio ai quali va un grande ringraziamento, spetta invece rimboccarsi le maniche e partendo dal dato acquisito il 25 febbraio costruire un’ alternativa politica, forse un po’ più coraggiosa ,di quella proposta fino ad oggi.