Crotone. Calcio e politica separati in casa: mentre il Pd “implode”
Calcio e politica restano più che mai separati in casa in una città all’affannosa, e adesso persino disperata, alla ricerca di una soluzione ‘carismatica’, una via d’uscita possibile dal tremendo e terribile tunnel di declino strutturale ormai consolidatosi in una morsa irreversibile fatta di tracolli e fallimenti di tipo economico, sociale, istituzionale e non ultimo antropologico-culturale.
Con il garbato rifiuto del vice presidente della Lega Calcio di Serie B e vice del Crotone Calcio lo scenario politico ma anche umano e per così dire ‘spirituale’ appare profondamente mutato e mette in evidenza la profonda voragine che si è aperta fra le poche se non uniche storie di successo, con in testa quella della squadra rossoblu, e il drammatico catalogo degli insuccessi che in questi ultimi dieci anni dell’amministrazione di Giuseppe Vallone sono infine sprofondati nella triste e squallida vicenda della Gettonopoli comunale.
Adesso il divario si è fatto più netto tra potenti e deboli, tra garantiti e marginali, tra i ricchi e poveri tra chi ha ancora qualche carta in mano da giocare e chi invece non ha più neanche quella per asciugarsi le lacrime.
Siamo, dunque, arrivati a un bivio. A un momento in cui comincia un conto alla rovescia che dal punto di vista concreto assume la forma di uno snodo tra vecchia e nuova politica, in quanto in esso si gioca quello che verosimilmente sarà lo spettacolo dell’implosione del PD.
Un partito ormai messo alle corde dalle sue stesse arroganze e contraddizioni che lo hanno portato a isolarsi dalla società, a rendersi chiuso, ottuso e autorefereneziale, come è stato detto a Napoli da Bassolino e Umberto Ranieri, intellettualmente povero, preda dell’ignoranza e degli ignoranti di ogni risma e dubbia provenienza che anche di fronte alle più recenti e cocenti sconfitte elettorali alle elezioni regionale hanno continuato a infischiarsene senza alcun ritegno.
Tutto questo ci addolora non fosse altro perché impoverisce di più una città che è già povera di per sé come dettano le orribili classifiche che ci rendono ‘pezzenti’ in ogni luogo d’Italia e d’Europa. Per cui errori e colpe di questo attuale gruppo dirigente del Pd peseranno nelle prossime ore allorquando saranno alle prese con l’ardua missione di trovare un candidato che non sia il segretario di federazione, il cui primo compito politico non è quello di autocandidarsi ma di trovare il ‘migliore’ candidato nel sociale per il bene del partito.
Tutto questo richiederebbe ciò che Occhetto chiamò per il suo PdS una vera e propria ‘rivoluzione copernica’ che pure noi che abbiamo dalla nostra il folle coraggio della vera libertà di stampa vogliamo indicare alla politica perché ci sia lo scatto d’orgoglio verso un sistema nazionale che ci descrive e ci giudica alla stregua di una folla di mendicanti e pezzenti costantemente con il cappello in mano.
Si abbia allora il coraggio di allestire una sorta di Santa Alleanza di tutti per la salvezza di Crotone. E di mettere in movimento le sentinelle della dignità collettiva, rinunciando ai propri egoismi per una giusta causa di tutti, unendo il popolo e non dividendolo in una Grande Coalizione Civica per Crotone. Solo così forse gli elettori potranno riacquistare fiducia nel voto e nel sistema democratico italiano, calabrese e crotonese.