Vallone-Barbieri: da ‘Buongiorno Crotone’ a buonanotte al Pd

Crotone Politica

Le spie sul cruscotto elettorale della professoressa Barbieri sarebbero da qualche settimana tutte costantemente accese. “Dove credete di andare se non a sbattere se continuate con questo andazzo?” avrebbe domandato infuriatissimo il vice segretario nazionale Guerini di fronte all’impressionante catastrofe politica che il sindaco uscente Peppino Vallone ha lasciato in eredità a un Pd crotonese che rischia di restare fuori della porta del Comune.


Un Pd crotonese che, stando ad alcuni sondaggi in mano alla direzione nazionale renziana pagherebbe tutto, probabilmente anche in termini di sconfitta elettorale, lo scotto di un decennio amministrativo gestito dal sindaco Vallone.

Appena sentono nominare il nome di Peppino cambiano discorso facendo finta che niente sia accaduto in questi disastrosi anni di mala amministrazione che porta la firma esclusivamente del Pd di Vallone, Pantisano, Contarino, Mellace, Megna, Giungata, Molè, Scarriglia e quant’altri della bad company che hanno fatto da corte e da contorno allo scempio della città pitagorica.

E anche se tutti sanno che i fatti peseranno e conteranno sulle prossime scelte dei crotonesi, loro continuano a far finta di niente come se due mandati interi fossero passati lievi e più leggeri di una piuma. Anzi pare che con totale disprezzo per l’ormai ex sindaco e piena ingratitudine per l’ex democristiano passato nelle file della sinistra, lo avrebbe definitivamente scaricato e abbandonato lasciandolo solo e in disparte in piena depressione umana e politica.

Ma tutto questo sarebbe anche il prodotto di una situazione insostenibile che proprio Vallone avrebbe determinato per non aver fatto nulla di fronte a un partito finto e inesistente, in mano a quattro famiglie sciamberghe che vantano titoli politici spesso fasulli e infondati, praticamente fatto a pezzi, con l’appartenenza e l’identità ridotte a brandelli, la rappresentanza parlamentare regalata a uno di Cotronei che ha fatto la gavetta negli ufficetti di Botteghe Oscure e a un altro di Cirò Marina che faceva il porta borse di Agazio Loiero a Piazza del Gesù, quelli che passeggerebbero nei corridoi romani di Montecitorio nel mentre il potere di governo veniva svenduto alla specialista nazionale in scienza politica della transumanza, la ‘Palazza Madama’ Dorina Bianchi; quella regionale conquistata da Flora Sculco nelle liste di Oliverio il Gioacchino da Fiore della Regione Calabria con un consenso degli elettori ridotto al minimo storico nelle ultime tornate elettorali, specie quelle regionali.

Se c’è una cosa che sarebbe riuscita alla perfezione all’ormai sfuggente sindaco “Peppino Peppino - Vallone Vallone” è quella certamente di aver portato a compimento la missione storica di sterminare gli ex comunisti della Stalingrado del Sud come fosse il maggiore Samuel Whitside alla testa di quattro squadroni di cavalleria del Settimo Reggimento che massacrò a Wounded Knee un gruppo di Lakota Sioux.

Ex comunisti che hanno perso la faccia

vestiti con gli abiti di ‘pacchianelle’ ex democristiane.

In mezzo la “Barbie”, malcapitata dell’ultim’ora


E dopo che gli ex comunisti di Crotone avevano perso la faccia e ogni vergogna vestendosi a ogni elezioni con gli abiti delle pacchianelle ex democristiane o degli ex repubblicani fascistoidi, quello che certo non ci voleva è il plateale dissidio tra Vallone e la Barbieri, la stessa malcapitata candidata dell’ultima ora che già nel partito i ‘valloniani doc’ chiamerebbero non troppo vezzeggiativamente con il nomignolo di ‘Barbie’.

L’eredità che Vallone e il PD lasciano a Crotone è pesantissima, impressionante. Il giudizio politico sul Pd e le varie giunte di Vallone di conseguenza dovrebbe essere severissimo. Non una sola iniziativa per dare respiro all’economia che langue, non un progetto per aiutare i giovani disoccupati se non quelli finalizzati ad avere una greppia clientelare per le elezioni.

Hanno utilizzato ogni avanzo di bilancio. Hanno avuto la possibilità di utilizzare i proventi della devettorializzazione del metano e quelli pronto-cassa senza controllo di spesa delle ‘royalties’. Ma invece di fare la moratoria sui debiti dei cittadini per la mala gestio delle società partecipate, in cui hanno sistemato i propri galoppini, se li sono mangiati voracemente.

Due mandati amministrativi sprecati e inconcludenti e regressivi, dieci anni praticamente inutili che hanno ricacciato indietro di trenta anni la città, ritornata praticamente allo standard di vita e di isolamento che c’era nei lontani anni ’70 dello scorso secolo. Una doppia sindacatura da cui alla fine esce una città deturpata urbanisticamente, frantumata dal degrado del centro cittadino e dei quartieri abbandonati, con i commercianti ridotti sul lastrico, in cui si è allargata la forbice tra quanti con la crisi economica sono diventati più ricchi e quanti invece sono ridotti ormai sulla soglia della povertà.

L’eredità pesante dell’ex governo Pd:

nessun progetto, nessun’opera strutturale

e tasse aumentate al massimo prevedibile


Ormai da anni stabilmente all’ultimo posto nella classifica del gradimento da parte dei cittadini, Vallone sta per passare alla storia municipale come un sindaco che non lascia alcun progetto nel cassetto, nessun cantiere aperto, alcuna opera strutturale compiuta, nessun servizio innovativo introdotto a favore dei cittadini e con tutte le tasse comunali aumentate fino al massimo del prevedibile.

La stessa ‘Barbie-Barbieri’ si troverebbe in mezzo a dissidi e lacerazioni talmente insormontabili che non aveva affatto previsto talmente profondi. Ma, soprattutto, sta incontralo sul suo cammino una tale quantità di macerie che neanche il rottamatore più incallito avrebbe potuto produrre. Ogni angolo della città è entrato nel mirino del sindaco più deludente, incapace e abulico che la storia amministrativa comunale dall’Unità d’Italia a oggi abbia mai avuto.

Tanto che per il Pd di Rosanna Barbieri appare sempre più arduo rimanere al centro della scena politica locale riconquistando come ai bei tempi di mamma Pci il municipio dei soliti fessi.