Appello delle associazioni contrarie al rigassificatore della Piana
Pubblichiamo l'appello lanciato dalle associazioni contrarie al rigassificatore della Piana.
"Compie un passo indietro il larghissimo fronte delle associazioni impegnate contro il rigassificatore della Piana, che ricomprende enti ormai di tutta Italia, da Trieste ad Agrigento. Con una lettera indirizzata direttamente ai neoparlamentari di tutti gli schieramenti, e collateralmente anche alle parti sociali in blocco, in primis ai 33 Sindaci della Piana ma anche ai Sindacati, chiediamo a costoro un momento di riflessione.
Analizzando la vicenda che nel suo complesso, dalle origini al Comitato Portuale del 6 marzo prossimo, non si può non notare una terribile sospensione della democrazia, una dolosa eliminazione della reale rappresentanza popolare: a partire dalle deliberazioni delle Commissioni Straordinarie che reggevano i 3 Comuni direttamente interessati nel 2009 (e addotte dalla stessa LNG MedGas come base del parere positivo degli enti), passando dal Governo “tecnico” nazionale che con il Decreto Sviluppo ha messo fuori gioco il Consiglio Superiore dei Lavori Pubbici, e terminando appunto ai membri del Comitato Portuale, molti dei quali sono geograficamente lontani dal territorio o ignorano candidamente la contrarietà della pressoché totale maggioranza della popolazione Calabrese.
È davvero bizzarro che proprio mentre si potrebbe perfezionare l’iter autorizzativo per la seconda più importante infrastruttura della Calabria, anche la stampa regionale l’abbia relegata a una questione meramente locale e i rappresentati eletti dei vari schieramenti non sentano il bisogno di pronunciarsi nel merito e di fare in modo che tutta la popolazione regionale sia coinvolta in una questione di tale rilievo. Se le cose dovessero compiersi in tale clima, quale che sia la posizione nel merito sarebbe comunque una sconfitta per tutti: una pagina tra le più scure per la democrazia in Calabria.
Per questo, oggi, non chiediamo ai destinatari della missiva una posizione di merito. Li invitiamo ad assumere una ferma posizione di metodo, come è nelle loro prerogative, a farsi presidio di democrazia, a chiedere con noi che la decisione definitiva sulla concessione demaniale in oggetto alla riunione del Comitato Portuale del 6 marzo venga subordinata e condizionata a un pronunciamento popolare, da realizzarsi nei tempi dovuti e necessari nella forma che concorderemo congiuntamente. Riteniamo questa un’istanza che dovrebbe essere assunta da tutti, al di là delle posizioni di merito, per semplice amore di democrazia.
A chi dice che questa opera è di rilevanza strategica nazionale e quindi non può essere condizionata dal parere della popolazione locale, rispondiamo che se le istanze locali rappresentate nel Comitato Portuale sono chiamate a norma di legge a pronunciarsi per quanto riguarda la concessione demaniale, è giusto, possibile, corretto e necessario che almeno su questo punto si pronunci la popolazione del territorio. Su questo Vi chiamiamo a pronunciarvi, certi che comprendiate come non si tratti di schierarsi pro o contro l’opera ma pro o contro la democrazia sostanziale nella terra in cui viviamo. Su questo punto vi chiediamo anche di aderire anche alla manifestazione del 6 marzo mattina davanti all’Autorità Portuale di Gioia Tauro".
Le associazioni contrarie al rigassiicatore della Piana