Manifestazione a Roma del coordinamento anti rigassificatore nella Piana
“Il 6 marzo una partecipata manifestazione di dignità degli abitanti della Piana di Gioia Tauro ha impedito che si compisse l'ennesimo sopruso nei confronti di un territorio già pesantemente martoriato, ottenendo il rinvio di quel Comitato portuale che dovrà concedere l'ultima autorizzazione per la costruzione del più grande rigassificatore previsto in Italia”.A sostenerlo in una nota il Coordinamento delle associazioni contro il rigassificatore della Piana.
“È un progetto dall'iter anomalo – continua la nota - che è riuscito ad arrivare a questo punto solamente grazie a una forzatura operata con il decreto sviluppo del governo Monti. In questo modo è stato superato persino il pronunciamento negativo del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che non ha voluto approvare un progetto così pericoloso in un'area altamente sismica. È questo il potere incontrastato di cui godono la Sorgenia di De Benedetti, la Iren, tra le più grandi aziende multiservizi italiane, e il gruppo Belleli che ottengono i loro profitti passando sulla testa del territorio e dei cittadini. Dopo lo smacco subito il 6 marzo hanno convocato loro, presso il Ministero dello Sviluppo economico, i sindacati supini ai loro diktat.
Perché a Roma? Perché non nel territorio interessato che già vi ha manifestato tutta la sua opposizione? Noi non vi daremo tregua – scrive ancora il coordinamento - vi staneremo ovunque vi nasconderete, e il 13 marzo, giorno della convocazione di questo incontro, presidieremo dalle 11 gli uffici del Ministero in via Molise. Invitiamo i tanti calabresi emigrati a Roma, le associazioni e i movimenti ambientalisti, i comitati impegnati nella difesa del territorio, gli iscritti ai sindacati confederali che non accettano la posizione incomprensibile delle loro organizzazioni, a sostenerci in questa battaglia di dignità”.