Rigassificatore, Coordinamento: serve più informazione
Riceviamo e pubblichiamo nota del Coordinamento associazioni contro il rigassificatore della Piana:
“Sono necessarie delle doverose precisazioni alla nota fatta circolare ieri da Confindustria Calabria, sull’incontro milanese tra il presidente Cuzzocrea e i vertici della LNG Medgas Terminal.
Il Presidente Cuzzocrea è persona dotata di grande capacità ed intelligenza per non aver compreso immediatamente che oltre gli inesistenti benefici che un rigassificatore apporta sul territorio, esistono una miriade di criticità evidenziate dalla stessa LNG Medgas e bacchettate per ben due volte dal massimo organo tecnico esistente in Italia, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Laddove è notorio che un’opera del genere viene classificata “a rischio di incidente rilevante” e ricade quindi sotto la direttiva Seveso 3, non è possibile per il neo presidente di Confindustria nascondere ciò che il suo collega Ing. Ezio Faccioli scriveva per conto di LNG Medgas nel Nuovo Studio di Rischio Sismico il 26.01.2011. A parte le esilaranti previsioni a pag. 10 del suddetto Studio del tipo “dato che il tempo trascorso dagli ultimi eventi (terremoti n.d.r.) è breve, la probabilità di un terremoto negli ultimi 50 anni è molto bassa”, vogliamo porre l’attenzione su quanto descritto a pag. 12 ovvero “ tutte le faglie considerate (e il sito stesso) ricadono in una sola zona, denominata ZS929”. L’Ing. Cuzzocrea è a conoscenza che “nel sito stesso” ovvero nel luogo dovrebbe sorgere il rigassificatore sono presenti ben quattro faglie sismogenetiche attive, e da cui una di queste è scaturito il terremoto del 1783 classificato al grado 9,5 della scala Richter?
L’ing. Cuzzocrea è a conoscenza del fatto che dovranno essere poste lungo il terreno di provata altissima sismicità le tubazioni criogeniche per una lunghezza complessiva di 4.525 metri? Come pensa che reagiranno le stesse tubazioni all’effetto flessionale e torsionale all’occorrenza di un evento sismico, quando i binari ferroviari (costituiti notoriamente di acciaio pieno) sono soggetti a gravissime deformazioni? Come pensa che reagirà il gas metano mantenuto nelle tubazioni alla temperatura di -160° allorchè incontrerà lo stesso acciaio congelandolo e sbriciolandolo? Come pensa che reagirà lo stesso gas miscelandosi con l’umidità contenuta nell’atmosfera? Noi lo sappiamo e lo possiamo mostrare qui: http://youtu.be/AlDx5qGfaZI .
L’Ing. Cuzzocrea è al corrente che l’intera area oggetto di posa delle tubazioni è soggetta a liquefazione del terreno? L’Ing. Cuzzocrea è al corrente che per la progettazione dell’opera è stato adottato il metodo “probabilistico” anziché il più corretto metodo “deterministico” per cui bisogna far affidamento al destino o alla probabilità che un incidente non avvenga? L’Ing. Cuzzocrea è al corrente che al progetto manca totalmente la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) prevista per piani e programmi, con conseguente totale eliminazione della consultazione popolare ?
L’Ing. Cuzzocrea dovrebbe sapere perfettamente che la piastra del freddo è il classico coniglio tirato fuori dal cilindro dal politico o dal sindacalista di turno. Tutto ampiamente confermato dall’inchiesta avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nel 2009 nella quale si legge: “ […] tra le opere da collegare al rigassificatore c’è la piastra del freddo per sfruttare le frigorie del gas liquido a fini agroalimentari. Ma proprio la piastra del freddo – prima ancora dell’inizio dei lavori – è già sotto l’inchiesta”. La LNG Medgas a tali precise contestazioni risponde così: “ la costruzione di una piastra del freddo […] non fa parte del progetto del rigassificatore, e dunque non riguarda in alcun modo le attività della società e dei suoi azionisti”. Se ciò non bastasse, a deludere in modo definitivo le aspettative dell’Ing. Cuzzocrea e del sindacato unitario in primis, ha provveduto la stessa LNG Medgas nell’incontro del 27 febbraio scorso presso la sede del Comune di San Ferdinando – affermando come pietra tombale sull’argomento – che nel loro progetto c’è solo la cessione delle frigorie, non certo la costruzione della piastra del freddo, come documentato anche dagli articoli di giornale usciti sulla stampa locale il giorno dopo.
Si informi l’Ing. Cuzzocrea presso l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria come siano sostanzialmente pari a zero le prospettive di sviluppo del settore agroalimentare nella piana di Gioia Tauro; proprio quel settore che dovrebbe sfruttare in senso proficuo i benefici indotti dalla fantomatica piastra del freddo. Se poi l’Ing. Cuzzocrea si riferisce ad eventuali prenditori che dovrebbero calare dal Nord per fare profitto e abbandonare subito dopo la partita, si assumerà qualunque responsabilità del caso.
Va ricordato infine all’Ing. Cuzzocrea come il ricatto occupazionale e la sorpassata logica del Prodotto Interno Lordo fine a se stesso, non abbiano più ragione di esistere e debbano essere implementati con il parametro dell’Impronta Ecologica che valuti equamente quale prezzo sia in grado di pagare un popolo in termini di salute e rispetto ambientale. Non è più possibile per una nazione che si avvia alla Terza Rivoluzione Industriale, edulcorare, minimizzare la realtà, piegarla a biechi interessi di parte. Si tratta di coscienza e di onestà intellettuale Ingegnere. Ce la mostri!”
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