La Coldiretti sul risassificatore di Gioia Tauro
La Coldiretti interviene con una nota nel dibattito che si è sviluppato intorno al rigassificatore di Gioia Tauro.
"Coldiretti è per uno sviluppo economico diverso. Undicimila ettari di agrumeti attendono una risposta che è economica e sociale. La “febbre del cemento e degli investimenti industriali” ovvero la bramosia di continuare ad edificare, alimenta strane alleanze variamente intese, il cui unico interesse sembrano essere, immensi e faraonici investimenti che hanno impoverito il territorio lasciando sacche di povertà sociale e degrado ambientale. Così Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria commenta la vicenda del rigassificatore di Gioia Tauro che sta alimentando proprio in questi giorni, rabbia da parte delle popolazioni con incresciosi e comunque biasimevoli episodi che coldiretti condanna senza appello. Qualcuno, con varie argomentazioni si ostina –continua – a difendere solo il cemento e quindi gli interessi di pochi e non una pianificazione di più ampia portata. Non attingendo ai fallimenti del passato, sentendosi padrone del “vapore” crea illusioni occupazionali, di sviluppo fantasticando come nella irrealtà del paese dei balocchi. Certo, quando le popolazioni, memori dei disastri del passato che sono stati solo speculativi, non sono protagoniste del proprio futuro, succede quello che in questi giorni sta accadendo. Nessuno su queste scelte fondamentali– accentua Molinaro – vuole essere etero diretto ma capire e contribuire a decidere per il meglio sia per il proprio presente che per il futuro dei propri figli. Le popolazioni si aspettano un tipo di sviluppo economico diverso e aspettano risposte importanti sulla vocazionalità del territorio che è prevalentemente agricola, agroalimentare e turistica. Certo è – accentua Molinaro - che continuare a non rispettare le aspettative del territorio suona come una bestemmia e continua a creare falsi miti lasciando, questo si, svettanti ciminiere che ci ricordano lo sviluppo che non vogliamo. Di sicuro però, - conclude - manca nella nostra regione una cultura e una programmazione energetica".