Lingua Blu, superati i 50 casi. Coldiretti: “sottostimati, più controlli sui capi importati”

Calabria Cronaca

L’allarme lingua blu negli allevamenti calabresi è ormai una realtà! Lo urla forte la Coldiretti regionale evidenziano anche che quello che chiama “il dramma nel dramma” incrocia anche il costante aumento delle materie prime e i cambiamenti climatici che stanno mettendo praticamente in ginocchio l’itero comparto.

Un problema decisamente serio che preoccupa molto gli allevatori calabresi: sono più di cinquanta i casi, forse anche sottostimati, di blue tongue, e non più circoscritti alla sola provincia di Crotone che è quella più colpita.

Per circoscrivere nel più breve tempo l’epizoozia la Coldiretti chiede oltre all’intervento delle autorità sanitarie preposte anche di denunciare subito il focolaio per attivare i protocolli di sicurezza predisposti dalla Regione d’intesa con i Comuni.

Secondo le stime dell’associazione di categoria, sono qualche migliaio gli animali morti a causa della malattia che sta dilagando per cui si rende necessario e tempestivo l’avvio immediato di una campagna vaccinale per salvare le aziende e formaggi pregiati come il pecorino crotonese e del Monte Poro a marchi Dop.

La Coldiretti da tempo ha lanciato un appello nel chiedere un impegno alle istituzioni per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a tutelare la filiera zootecnica, individuando anche forme di risarcimento o comunque misure di sostegno e su questo assicura che c’è il massimo impegno.

La lingua blu (o blue tongue) è una malattia trasmessa ai ruminanti da un insetto, un moscerino del genere Culicoides. Non colpisce l’uomo e non infetta comunque il latte e la carne ma può comunque causare la morte dell’animale.

Il diffondersi della malattia ha portato al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende.

“Per tutelare gli allevatori – sottolinea quindi Coldiretti - occorre sorvegliare e monitorare anche effettuando controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti. Nel 2023 - avverte l’associazione - le importazioni in quantità di ovini e bovini vivi sono aumentate del 16%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat”.