Armi, droga e ricettazione. Tre arresti a San Ferdinando
Il 22 marzo 2013 a San Ferdinando, nell’ambito di un vasto ed articolato servizio finalizzato al controllo del territorio ed al contrasto dei reati in materia di armi e stupefacenti, i militari della compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, dello squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, della compagnia speciale e del nucleo cinofili del G.O.C. di Vibo Valentia, per un totale di 35 carabinieri impiegati, hanno arrestato Francesco Madafferi di 63 anni, residente a San Ferdinando, coniugato, pensionato e censurato ed i due figli Giuseppe di 29 anni e Ferdinando di 35 anni; ritenuti responsabili del reato di detenzione abusiva di munizioni, detenzione di arma comune da sparo clandestina, illecita detenzione di armi, detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e ricettazione.
Nello specifico a seguito di perquisizioni personali e domiciliari effettuate presso le abitazioni dei tre uomini, sono stati rinvenuti, celati all’interno di un casolare adibito ad ovile nella esclusiva disponibilità dei tre, nei pressi dell’area portuale di San Ferdinando: 1 fucile tipo sovrapposto marca Pietro Beretta calibro 12 avente matricola b49748b, una pistola marca Bernardelli calibro 6,35 avente matricola punzonata, 1 fucile smontato marca Beretta calibro 12 avente matricola 144396, 32 proiettili calibro 9, 6 proiettili calibro 12 marca Nobel Sport, 3 proiettili calibro 12 marca Rc Italy, 15 proiettili calibro 6,35 marca Gfl, 1 proiettile calibro 12 marca Baschieri e Pellagri, 8 proiettili calibro 36 marca Fiocchi modello Gfl 36, 13 proiettili calibro 16 marca Clever Mirage, 2 buste di cellophane trasparente, contenenti complessivamente circa 600 grammi di marijuana.
Le armi erano tutte perfettamente funzionanti e occultate in maniera molto sofisticata, infatti ci sono volute diverse ore per trovarle. Nel medesimo contesto operativo Ferdinando Madafferi è stato anche deferito in stato di arresto per il reato di furto aggravato di energia elettrica, in quanto alimentava la propria abitazione mediante un allaccio abusivo alla rete pubblica.