Gioia, lo storico Armido Cario si aggiudica il premio “Metauros”
Armido Cario si aggiudica la terza edizione del concorso letterario “Metauros”, promosso dal sodalizio culturale Università “Ponti con la società”. Oltre il tempo. Lampi di storia falernese ha ottenuto il primo premio nella sezione “saggio storico”. Ulteriore riconoscimento per il volume di Cario che, nel 2012, aveva ottenuto la Ferula d’argento a Feroleto Antico. Ciò a conferma dello scrupoloso lavoro di ricerca condotto da Cario: in qualità di divulgatore, da anni getta luce su vicende note ed ignote della storia calabrese e locale. Saggista e storico, Cario collabora con diverse riviste; aderisce, inoltre, al Centro studi sulle Migrazioni di Rende.
La premiazione ha avuto luogo a Gioia Tauro per mano di Rocco Giuseppe Tassone, presidente del “Metauros” e dello storico Saverio Verduci. La commissione, presieduta dallo stesso Verduci, era composta da Sara Crea ed Antonella Repaci, personalità d’indubbia competenza nel settore della ricerca storica e dell’archeologia. I giurati evidenziano i meriti di Cario che, «con metodo scientifico e con grande rigore» è pervenuto alla «strutturazione di un quadro storico delle vicende che hanno caratterizzato la vita della cittadina di Falerna durante l’età moderna e contemporanea, ricostruendo e rintracciando non solo gli avvenimenti storici ma anche gli usi e le tradizioni popolari falernesi». Un lavoro «attento e preciso, che traccia un solco innovativo nell’ambito degli studi di storia locale» e che «inaugura un nuovo filone della ricerca non solo storica anche antropologica e culturale». Sotto il profilo stilistico e narrativo, il libro si caratterizza «per la scorrevolezza e per la capacità di coinvolgere il lettore, anche quello poco esperto di storia locale, a seguire con entusiasmo e partecipazione, lo sviluppo argomentativo delle vicende storiche». Un libro, quindi, costruito su solide basi scientifiche ma, allo stesso tempo, divulgativo.
La valutazione della giuria, al contempo lusinghiera ed impegnativa, non può che suscitare emozione e soddisfazione: «L’apprezzamento, ricevuto al “Metauros”, gratifica per l’autorevolezza e per la profondità delle motivazioni. Sotto il profilo personale, rappresenta l’evoluzione di un percorso iniziato nel ’97, con le prime pubblicazioni e culminato nella monografia La Calabria del Settecento». Un premio che valorizza l’opera e l’impegno, che sollecita a proseguire gli studi: per Cario, «la storia non è una semplice successione di eventi, non è il mero alternarsi di vicende politiche e militari, di eventi naturali e catastrofi. La storia deve rappresentare il modus vivendi delle società, il loro portato di civiltà, conoscenza e ritualità. In questo, risiede il senso della mia ricerca, orientata ai profili sociali, economici e religiosi che connotano l’identità dei nostri territori. Un’identità che va protetta non solo dalle offese del tempo e dalla ruggine dell’oblio ma anche dal proliferare dei falsi storici».