Cisal, Cavallaro chiede le dimissioni del commissario di Vibo Valentia
"Alla luce di quanto sta accadendo a Palazzo ex Enel i vibonesi hanno tutto il diritto di chiedersi se il Commissario Straordinario, Prefetto Mario Ciclosi, sia giunto a Vibo Valentia per “certificare” la morte della Provincia e conseguentemente l’avvilimento dei lavoratori dipendenti e delle imprese creditrici oppure per ottenere, sulla testa della stessa opinione pubblica vibonese, benemerenze da parte del Viminale?"
E' quanto sostiene Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal.
"Stando al contenuto della sua iniziativa - continua la nota - c’è da credere che stia gestendo una strategia di ripresa dell’Ente la cui volontà è solo sulla scarta e sulle continue ed inconcludenti enunciazioni perché sul piano pratico non può che leggersi soltanto il più pieno fallimento.
Chiamato a mettere in ordine il bilancio dell’Ente, a garantire ordine all’apparato, ad assicurare tranquillità ai lavoratori e ad assolvere agli impegni assunti con le imprese creditizie, in attesa che il nuovo governo si pronunci sul destino delle Province, il Commissario Straordinario si è limitato ad alzare un vero e proprio polverone, proclamandosi interprete dello stato dei bisogni senza aver avuto la capacità di mettere in piedi un piano complessivo per liberare Palazzo ex Enel del grave stato di disagio in cui è strapiombato all’indomani del provvedimento legato all’ ex provvedimento governativo sul riordino delle Province.
Eppure, a tutti gli effetti, non è venuto meno l’impegno dei piani alti del Palazzo di Giustizia di Corso Umberto I e Via Lacquari che hanno svolto e continuano a svolgere una intelligente, concreta e confortante attività sul “marcio” che ha travolto la Provincia sui più rilevanti casi di alta criticità riscontrati.
Un dato che evidentemente non è bastato a stimolare il Commissario Straordinario per ridare dignità istituzionale ai lavoratori che stentano a ritrovare il ruolo e la migliore condizione per offrire la mai messa in dubbio propria capacità professionale.
Un personale che nei fatti accusa, immeritatamente, la mancanza del diritto allo stipendio, problema scarsamente in cima ai pensieri di Mario Ciclosi, che nonostante ogni tipo di impegno non è mai riuscito a rassicurare, garantire e salvaguardare il puntuale diritto alla retribuzione dei lavoratori tutti.
Una sofferenza, quest’ultima, che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie spesso indotte dalla disperazione allo strozzinaggio per superare gli emergenti bisogni della sopravvivenza, del mantenimento dei figli agli studi, del pur necessario pagamento delle tasse.
Ma quel che più preoccupa, oltre al precario sistema di interventi sui fabbisogni di tutta la rete del territorio, che, per il momento, non stiamo a specificare, è l’assenza di una pur minima discussione sugli esuberi e sull’avvenire più complessivo dei lavoratori che sempre più preoccupati per quel che potrà accadere domani continuano a prestare dignitosamente e con forte passione e abnegazione la loro opera al servizio della comunità.
In ogni caso l’incubo dell’incerto domani dei lavoratori della Provincia non sembra sfiorare più di tanto il Commissario Straordinario che invece di stare inchiodato alla sedia per dare una urgente risposta ai sempre più avvilenti problemi quotidiani dedica parte della sua attenzione alla cultura degli eventi, de tagli di nastri e delle rappresentazioni.
Non è questo che la Provincia vibonese aveva bisogno di realizzare in conseguenza dell’imprevisto crollo dei suoi organi istituzionali.
Chi sperava che l’arrivo di un Commissario straordinario, fuori dalle parti, lontano da ogni sistema di coinvolgimento locale, potesse aiutare a capire come traghettare una Provincia in crisi verso il nuovo futuro dei lavoratori, è rimasto fortemente deluso.
Guardando Palazzo ex Enel, dove immaginariamente, si può leggere il più avvilente slogan “… Qui non vive la speranza!”, si coglie il vero senso dell’assurdo futuro che potrebbe toccare a chi ha offerto ogni energia e sacrificio per guadagnarsi un posto di lavoro, migliorarlo e soprattutto renderlo fruibile alle esigenze della comunità del territorio.
Tutto questo - conclude la nota - ci porta ad estendere un invito al Prefetto Mario Ciclosi che è quello di valutare, mediante un attento e consapevole esame di coscienza, anche la opportunità di affidarsi all’istituto delle dimissioni che resta un apprezzabile sistema per evitare ulteriori disagi e difficoltà ad una società, come quella vibonese, che ha bisogno di contare su un futuro meno critico e più ricco di speranze".