Costi politica: Province, per i tagli 70% non chiuderà bilancio
Grido d'allarme delle province per l'approvazione del decreto del governo, che prevede tagli di 1,2 miliardi nei loro confronti. Oggi, a Palazzo Isimbardi (sede della Provincia di Milano), si sono ritrovati i rappresentanti dell'Upi, dell'Upl e delle province lombarde per discutere in particolare dei tagli contenuti nel decreto del governo, che impedirebbero a circa il 70% delle province di chiudere il proprio bilancio e di mettere in sicurezza strade e scuole.
Il presidente delle province italiane, Antonio Saitta, ha sottolineato: "C'è un problema di sicurezza nelle strade e nelle scuole. Non ce la facciamo più, non vogliamo diventare il bersaglio delle Procure, per ciò che può accadere, per una responsabilità del governo". Insomma "un giorno parleremo di cosa fare delle province, ma oggi parliamo dei servizi che facciamo e che domani potrebbe fare qualcun'altro". Saitta sottolinea: "Stiamo studiando la modalità per richiamare governo e Parlamento alla propria responsabilità. Molti presidenti di provincia devono decidere tra due leggi dello Stato: rispettare il patto di stabilità oppure le norme sulla sicurezza nella scuole". Ed "è chiaro che rispetteremo le norme sulla sicurezza ma andremo fuori dalla legge e certamente questo ci creerà dei problemi nei confronti della Corte dei Conti". Una cosa che "faremo presente al governo". È importante, secondo Saitta, che il governo e le forze politiche "non si facciano prendere da pregiudizi nei confronti delle province" che "in futuro saranno riformate" ma "il problema è l'immediatezza dei servizi che gestiscono". Il presidente dell'Upl, Massimo Sertori, ha quantificato in "1,2 miliardi" i tagli per tutte le province italiane e in "200 milioni quelli per le lombarde".
Secondo Sertori, alcune province in Lombardia "rischiano il dissesto economico". Oggi "c'è stato un direttivo importante delle province lombarde, abbiamo discusso sul decreto del governo che presenta una nuova ripartizione dei tagli per i servizi erogati dalle province, che penalizza diverse realtà lombarde". Per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, "i tagli che il governo prospetta per le province sono diseguali rispetto a quelli dei comuni". Per l'esponente del Pdl "non è questione di difendere una casta o l'istituzione, ma in questo modo si va a tagliare i servizi ai cittadini. Con i tagli, che sono 2,5 volte quelli dell'anno scorso, il 70% delle province non riuscirà a chiudere il proprio bilancio. Se si vuole chiudere le province lo si faccia per via costituzionale, perché se lo si fa per asfissia saranno i cittadini a soffrire per l'assenza di servizi". Sulle iniziative che seguiranno le province per chiedere la riduzione dei tagli, Podestà conclude: "Stiamo parlando anche di ricorsi in sede giudiziaria ma la cosa migliore è un dialogo e un confronto con il governo".