Arpacal sul ripascimento del litorale di Catanzaro Lido

Catanzaro Attualità

Nei prossimi giorni i tecnici del servizio tematico “Suolo e rifiuti” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) faranno un controllo sui luoghi in cui si stanno eseguendo i lavori di ripascimento del litorale sul lungomare Catanzaro Lido. In quell’occasione saranno prelevati campioni di sabbia per analizzarne, dal punto di vista chimico-fisico, il contenuto. L’Arpacal ha deciso, infatti, di procedere a tale iniziativa, per dare risposte alle diverse istanze giunte da parte di cittadini e locali comitati sorti spontaneamente.

Sul progetto di ripascimento del litorale del lungomare di Catanzaro Lido, però, occorre ricostruire sinteticamente le tappe che hanno visto coinvolta, nelle attività di competenza per come emerge dagli atti, anche l’Arpacal. Nel maggio 2010, infatti, il Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal riceveva, per conoscenza, dal Comune di Catanzaro - Settore Lavori Pubblici - Progettazione Infrastrutturale una nota avente ad oggetto “Ripascimento litorale del lungomare di Catanzaro Lido con l’utilizzo degli inerti accumulatisi in corrispondenza del Porto”. In questa nota si comunicava l’urgenza di provvedere all’esecuzione dei lavori e, quindi, la necessità di acquisire le previste autorizzazioni da parte degli Enti preposti. Arpacal, in riferimento alla normativa regionale che le assegna la competenza di verificare “la corrispondenza alle prescrizioni espresse sulla compatibilità ambientale dell’opera” immediatamente rispondeva al Comune di Catanzaro, sottolineando che “per poter espletare quanto di propria competenza” necessitava “degli elaborati progettuali nonché delle autorizzazioni acquisite”.

Per tutto il biennio 2010-2011, quindi, seguiva una corrispondenza ufficiale con la ditta esecutrice dei lavori e con il Comune di Catanzaro, attraverso la quale, appunto in più tranche, venivano inviati all’Arpacal gli elaborati progettuali e le autorizzazioni nonché i rapporti di prova delle analisi chimiche effettuate sui campioni di sedimenti marini che la Ditta esecutrice dei lavori aveva prelevato presso il porto di Catanzaro Lido. Sulla base di questa documentazione la ditta esecutrice, sul finire del 2010, chiedeva all’Arpacal “il rilascio di una dichiarazione di accettazione dei risultati contenuti nei suddetti rapporti di prova e relativo nulla-osta all’utilizzazione degli stessi sedimenti marini per i lavori di ripascimento”. Anche a questa richiesta l’Arpacal replicava prontamente, rilevando al Comune di Catanzaro e al Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria che non era stata messa nelle condizioni di essere presente al momento del campionamento dei terreni oggetto delle citate analisi poiché non era stato comunicato il crono-programma delle attività di campionamento.

L’Agenzia, pertanto, non aveva potuto espletare le proprie attività di vigilanza e controllo sulle operazioni di campionamento, con le modalità previste dalla normativa di riferimento tra cui, ad esempio, la presenza al momento del prelievo dei campioni di tecnici Arpacal che, allo stesso tempo, avrebbero dovuto prelevare un proprio campione ai fini della validazione. Oltre a tale carenza, l’Arpacal rilevava anche alcune criticità negli elaborati progettuali ed in particolare faceva notare la mancanza di analisi sedimentologiche e mineralogiche dei sedimenti che avrebbero potuto permettere di valutare la compatibilità ambientale degli stessi con il sito di ripascimento individuato in progetto. La Ditta esecutrice dei lavori, nel gennaio 2012, comunicava infine la data in cui si sarebbe eseguito il prelievo dei campioni di sedimento su cui effettuare le analisi integrative richieste, ossia quelle sedimentologiche e mineralogiche. A tali operazioni di campionamento partecipavano tecnici dell’Arpacal ma i rapporti di prova delle analisi eseguite su tali campioni, ossia la certificazioni dei risultati, non sono state ancora trasmesse all’Arpacal che, a tutt’oggi, non si è ancora potuta esprimere sulle analisi dei materiali da impiegare nel ripascimento.