Equitalia non riscuote più per i Comuni, caos per multe e tributi
Il 20 maggio è stato l’ultimo giorno in cui i Comuni potevano mandare ad Equitalia le pratiche per la riscossione delle multe e dei tributi. Il problema è che per molti dei seimila enti interessati ancora non ci sono alternative concrete. Ed è caos. Anche in Calabria la situazione è problematica, se si considera che dei capoluoghi di provincia, ad esempio, solo Cosenza ha dato l’incarico di riscossione a una nuova società, mentre gli altri 4 sono ancora in fase di stallo. Del problema si è fatta carico anche l’Anci Calabria, che sta cercando di avviare un consorzio di comuni che possa sostituire il ruolo finora svolto da Equitalia.
In realtà, per effetto di una legge (articolo 7 del decreto 70/2011, meglio conosciuto come decreto Sviluppo) il servizio di Equitalia chiude ufficialmente dal 1° luglio ma il 20 maggio è il tempo limite che Equitalia si è data per istruire le pratiche. Questa è una scadenza già nota da due anni, ma l'agente nazionale della riscossione ha scritto nei giorni scorsi ai sindaci per invitarli a non fare più affidamento sui suoi servizi. La riscossione a ruolo degli enti locali ammonta ad un miliardo e mezzo all'anno; senza soluzioni alternative, si potrebbe creare un buco di bilancio che, potenzialmente, vale molto di più. Senza questi strumenti coercitivi, infatti, si potrebbe creare una corsa a non pagare le multe.
Studiare ipotesi alternative, come la gestione in proprio dei comuni o l’affidamento di incarichi all’esterno, richiedono tempio ed è per questo che gli enti hanno chiesto una proroga di almeno sei mesi. L’incubo, per le casse comunali già alle prese con i tagli dei trasferimenti statali, è quello dell’anarchia fiscale sia per le multe per infrazioni al codice stradale ma anche per i rifiuti ed altri tributi locali.