La festa della Madonna di Capocolonna, tra fede e devozione
Migliaia le persone che si sono riversate, in piazza Duomo e per le strade di Crotone, per la festa in onore della Madonna di Capocolonna. Ancora una volta è stata l’intera città che si è stretta intorno alla sua patrona, per partecipare alla processione che è il giorno più atteso dell’anno. In una cattedrale gremita, si ripete, come ogni anno, la tradizione del bacio della Madonna; un gesto apparentemente semplice, ma che racchiude in se l’intrinseco valore dell’amore filiale, un modo per cementare quel legame che la città ha sempre avuto con la Regina di Capocolonna.
“Una sola voce, un solo grido, ora e sempre viva Maria”: è questa l’invocazione che, da sempre, accoglie l’effigie della Madonna di Capocolonna, all’uscita dalla chiesa e all’ingresso del sagrato, seguito da canti mariani, che invocano la protezione della Vergine sui fedeli. Quella della Madonna di Capocolonna a Crotone è la festa per eccellenza: ad attribuirle questo crisma di importanza, sia l’immensa partecipazione dei fedeli, in un misto tra tripudio, commozione e devozione, sia la solennità dei riti ad essa collegata. Sono in molti, specie tra chi si avvicina per la prima volta verso queste celebrazioni, a confidare di non aver mai provato un coinvolgimento emotivo così forte, una viva commozione. Un momento quasi catartico, in cui la fede di migliaia di persone si trasforma in un unico afflato.
Dal duomo il quadro, seguito dai fedeli, percorre le vie principali della città, passando attraverso le abitazioni da cui tanta altra gente, affacciata a finestre e balconi, illuminati per l’occasione, attende la beata vergine stendendo le coperte più belle e lanciando, al suo passaggio, bigliettini con scritto “W Maria” e petali di rose.Poi la sosta al cimitero, per ricordare chi non c’è più con una preghiera. Da qui qualcuno rientra alle proprie case e altri proseguono il viaggio, nella notte, con il mistero e le suggestioni di sempre, andando incontro alla luce del giorno che si appalesa all’orizzonte. L’effige custodita nel quadricello viene invocata per le necessità della città, per esaudire quelle che sono le richieste dei fedeli, che ad essa si rivolgono con il cuore colmo di speranza.
Ancora oggi, nonostante i sentimenti di fede appaiano affievoliti, sopraffatti dai ritmi stressanti della quotidianità, resistono, nel corso del pellegrinaggio, gesti e suoni dall’inconfondibile odore di passato. Gesti e parole testimonianze di devozione, che si leggono negli occhi lucidi dei fedeli, nei piedi delle persone, anche giovani, che camminano scalze, o in chi si mette in ginocchio quasi a rinvigorire la sua preghiera con gesti forti. Molte le mamme che portano con se i bimbi in carrozzina. Giunti all’Irto alle prime luci dell’alba, i fedeli depongono delle pietre, raccolte anche durante il tragitto, sul cosiddetto “scoglio della grazia”, dove viene poggiato per qualche minuto il quadro: una sorta di ex voto attraverso il quale si ringrazia la Vergine per la grazia ottenuta o si rinnova il proprio voto e l’invocazione di aiuto. La madonna da qui riprende il suo cammino imboccando il lungo rettilineo dove si nota visibilmente la stanchezza dei pellegrini, ma che non smettono di pregare e vengono raggiunti da altra gente, residente in zona, che accoglie il quadricello con petali di rose e omaggi alla Madonna.
Poco prima dell’arrivo alla chiesetta di Capocolonna, qualcuno ha inteso accogliere il quadricello con una batteria di fuochi d’artificio. Qui la Madonna nera è accolta da preghiere e nenie, in un crescendo pieno di pathos. Dopo la celebrazione della prima messa del mattino, il quadricello resta esposto nella chiesetta di Capocolonna e, prima di essere imbarcata, viene salutata nuovamente da una messa che si celebra alle 18. La madonna si avvia al sua viaggio di ritorno; ed anche in questa occasione, sono molti i fedeli ad accoglierla, dopo il suo tragitto in mare, accompagnata, quest’anno,da un’imbarcazione del reparto dei carabinieri. Dalla riva migliaia di occhi seguono il tragitto del quadro sulla nave dal lungomare cittadino. Un altro momento topico è quello dell’arrivo in porto, accolta con i tradizionali fuochi d’artificio che tengono, per molto tempo, i fedeli con gli occhi in cielo a scrutare qualche presagio di futuro.
Il rientro in duomo è costellato da una marea di gente. Ognuno, in questo viaggio insieme alla santa patrona, porta il bagaglio della sua storia, della sofferenza, delle necessità di un conforto che non ha trovato, finora, in nessuno, una grazia da invocare e che solo la Mamma di tutti i crotonesi è capace di ascoltare ed esaudire. L’ultimo saluto, sul sagrato della cattedrale, prima che il quadrello faccia rientro, dando appuntamento ai fedeli per il prossimo anno, quando le celebrazioni inizieranno con la “calata” dall’altare.