Poste: presentato il Francobollo dedicato alle “Questure d’Italia”

Reggio Calabria Attualità

Il palazzo storico di Poste Italiane di via Miraglia a Reggio Calabria ha ospitato, mercoledì mattina, la cerimonia di presentazione del francobollo dedicato alle “Questure d’Italia” e l’inaugurazione della Mostra documentale “In nome della Legge”, Tracce satiriche della polizia italiana tra Otto e Novecento, concessa dalla Questura di Reggio Calabria e presentata dal curatore Fabio Santilli.

Il Questore di Reggio Calabria Guido Longo, il Prefetto Vittorio Piscitelli, il Commissario Prefettizio Vincenzo Panico, il Procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho, il Procuratore Generale Salvatore Di Landro, il vice presidente della Provincia Gianni Verduci, tutte le più alte cariche militari del territorio, e una nutrita rappresentanza della Polizia di Stato, sono stati accolti dalla responsabile della filiale reggina di Poste Italiane, Carolina Picciocchi.

Il tradizionale taglio del nastro è stato accompagnato dall’esecuzione dell’Inno di Mameli, eseguito dall’Orchestra del Liceo Musicale di Cinquefrondi, guidato dal preside Giovanni Laruffa, e seguita dal docente Giuseppe Cannizzaro. Trenta elementi che, sotto la direzione della presidente del Conservatorio Francesco Cilea, Cettina Nicolosi, e del Maestro Bruno Zema, hanno inoltre offerto agli ospiti un piacevole momento musicale.

“Questo francobollo, emesso in occasione del 161° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato, – ha dichiarato la Picciocchi – vuole essere oggi un omaggio speciale alla Questura di Reggio Calabria, a cui va tutta la nostra riconoscenza e ammirazione per il difficile e costante impegno con cui, quotidianamente, gli uomini e le donne che ne fanno parte, operano per la tutela dei cittadini. La nostra iniziativa, dal forte significato simbolico, è il frutto dell’azione sinergica di tante forze, forse piccole, ma tali da produrre un grande risultato”.

Collaborazione tra Poste Italiane, Questura e Prefettura, ma anche con il Liceo Musicale di Cinquefrondi, il Liceo artistico Mattia Preti, l’Associazione Storico Modellisti Messinesi, che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento. “La sinergia è evidente e palpabile” ha affermato il Prefetto Piscitelli, nell’esprimere il suo apprezzamento per l’iniziativa che “testimonia sensibilità verso le istituzioni. Cose grandi nascono spesso da piccoli sforzi – ha aggiunto - ed ancora una volta emerge l’accoglienza e l’entusiasmo tipico di questa terra”.

Il Questore Guido Longo, che con grande sensibilità ha concesso alla Filiale di Poste la possibilità di esporre la prestigiosa mostra documentale, e renderla quindi accessibile a tutti i cittadini, ha sottolineato l’importanza culturale dell’iniziativa “sia per la Polizia che per la società. La Polizia è sempre vicina alla gente – ha sottolineato - e sappiamo che per avere quel consenso, fondamentale nella nostra attività, dobbiamo offrire modelli di comportamento che facciano comprendere il valore del rispetto della legge. In questa città, complessa e problematica, eventi come questo, ci dimostrano che accanto alla “ndrangheta” c’è anche un mondo positivo, che ha soltanto bisogno di essere riscoperto e valorizzato. La cultura è la strada maestra da seguire”.

Il pensiero del Questore va al Prefetto Manganelli, recentemente scomparso, di cui ricorda non solo le grandi capacità investigative ma anche la “grande umanità e cultura”. Fabio Santilli, curatore della mostra, è il presidente del “Centro Studi Gabriele Galantara per la satira sociale e di costume”. Ritorna a Reggio dopo molto tempo e non nasconde una certa commozione per la calorosa accoglienza ricevuta.

“La mostra propone un insolito spaccato del nostro Paese, dal 1848 al fascismo – spiega lo storico della satira - attraverso la figura del poliziotto e del suo agire in nome della legge, nei suoi rapporti con la società e le norme giuridiche del tempo. Per sorridere, ma anche per riflettere e conoscere i modelli iconografici e gli stereotipi che hanno caratterizzato la raffigurazione di questo personaggio. Le vignette e caricature satiriche, selezionate dai quotidiani e periodici dell’epoca, come Il Fischietto, L’Asino, Il Guerin Meschino, La Frusta, Pasquino, e tanti altri, - conclude - mostrano le diverse prospettive con cui le varie testate leggevano i fatti di cronaca e ironizzavano sul tutore della legge. Sulle loro pagine il poliziotto appare sempre più come la personificazione di un sistema politico continuamente messo in discussione”.

Seguendo l’itinerario della mostra il visitatore può tuffarsi nel mondo della satira giornalistica del XIX secolo che partecipava a pieno titolo alle vicende politiche dell’epoca. Ad impreziosire l’esposizione ci sono le divise originale e il corredo che, nelle varie epoche, faceva parte della dotazione del poliziotto.

Un omaggio alla Polizia di Stato è arrivato anche dall’Associazione Storico Modellisti Messinesi, presieduta da Andrea Lanzafame, che ha esposto una serie di modellini di auto della Polizia, un elicottero, e tavole illustrative delle uniformi d’epoca.