Nuovo coronavirus. Casi di contagio in Italia
I preoccupanti casi di contagio da coronavirus denominato MERS CoV (Medio Oriente Respiratory Syndrome Coronavirus) anche in Italia dove sono stati confermati tre pazienti affetti dal temibile virus nonostante le segnalazioni effettuate dalle autorità sanitarie internazionali tra cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’ECDC (“Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”) inducono a pensare ad una scarsa attenzione delle autorità sanitarie nazionali che a parere dell’associazione “Sportello dei Diritti”, che l’11 maggio scorso per prima in Italia segnalava la preoccupazione delle istituzioni internazionali, avrebbero dovuto monitorare con più cura tutti i rientri di passeggeri provenienti dalle aree maggiormente a rischio contagio specie dalla Penisola Araba e dalla Giordania.
Un semplice questionario, rileva Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, presso gli aeroporti e alle dogane, avrebbe senza alcun dubbio potuto evitare gli ulteriori due contagi in particolare del collega e della bambina nipote del 45enne giordano di origini palestinesi che per primo era giunto con i sintomi della malattia dopo essere rimasto per ben 40 giorni in Giordania con un figlio affetto da una forma di influenza non specificato, come riportato dalle agenzie di stampa.
Alla luce di tali assunti, senza destare alcun allarme nella popolazione ma solo a scopo preventivo, è necessario che il Ministero della Salute intensifichi l’opera di monitoraggio, di controllo e prevenzione per evitare il rischio di una diffusione della temibile epidemia che ha già causato trenta morti nel mondo.
Secondo un rapporto dell’OMS dei giorni scorsi, il Medio Oriente é l’area più colpiti dal virus, in particolare l’Arabia Saudita. Il primo decesso per il virus richiamato, secondo l'OMS, è accaduto nel giugno 2012 proprio nel paese arabo. Altri casi sono stati segnalati in Qatar, Giordania, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e in Germania, Gran Bretagna e Francia, dove un paziente è morto il 28 maggio scorso.
Basti ricordare che circa dieci anni fa, la pandemia di SARS (sindrome respiratoria acuta grave), partita dalla Cina, ha ucciso più di 800 persone e ha causato una grande ondata di panico nel mondo. Il nuovo virus, tuttavia, è diverso da SARS, soprattutto perché provoca rapidamente insufficienza renale.