Decurtazione stipendi dipendenti comunali, il sindacato Fp reggino: operazione da annullare
“Continueremo a vigilare sulla partita che si sta giocando a livello istituzionale sulla cosiddetta Peo e il destino dei dipendenti comunali reggini. Quanto scaturito ieri, nel corso del Tavolo tecnico alla presenza del Presidente Scopelliti se, da una parte, si allinea con le proposte avanzate dalle stesse OO.SS.; dall’altra, è una prospettiva che va sempre verificata. In questa vertenza, è il Sindacato che chiede di non operare la decurtazione degli stipendi dei dipendenti comunali”.
E’ quanto spiega Franco Manunta, Segretario Fp Cgil Rc-Locri, dopo la conferenza stampa promossa dalle OO.SS. sindacali di categoria di ieri mattina nella sede della Cisl e che ha visto la partecipazione – tra gli altri – del Segretario Regionale Fp Cgil Calabria Alfredo Iorno.
Più di mille sono i dipendenti il cui stipendio, a partire già da questo mese, verrà decurtato. “Un’operazione – aggiunge Manunta – portata avanti dai Commissari del Comune che dovrebbe essere annullata, in attesa della sentenza della Magistratura dopo il ricorso presentato ieri dalle OO.SS. e della discussione del merito la cui prima udienza è fissata per il prossimo 11 ottobre”.
I sindacati non demordono, quindi. Portano avanti la battaglia a tutela e a sostegno dei dipendenti comunali ed “è proprio per questo – sottolinea il Segretario – che è stata organizzata questa conferenza stampa. Per spiegare all’opinione pubblica i rischi che comporterebbe tale operazione e ribadire che continueremo con le nostre forme di protesta: lo sciopero e la manifestazione con corteo (partenza da Piazza De Nava, Corso Garibaldi, arrivo e sit-in in Piazza Italia) già in programma per giorno 11 giugno e proseguire, se necessario, con tutte le iniziative che si riterranno utili al fine del raggiungimento del nostro obiettivo”.
“Il blocco del taglio degli stipendi, se portato avanti, creerebbe un’ulteriore emergenza lavoro, accanto a quelle già esistenti; sullo sfondo di una città che - conclude Manunta - rischia la rottura del già precario equilibrio sociale ed economico che sta vivendo”.