Confindustria Cosenza denuncia difficoltà di interloquire con gli uffici regionali
Il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca ha inviato una nota all’Assessore Regionale al Lavoro Nazzareno Salerno per renderlo edotto dell’impossibilità da parte delle aziende di interloquire con gli Uffici dell’Assessoratoa, in particolare per avere notizie sull’esito delle domande presentate a valere sul bando a sportello del primo marzo scorso, teso a trasformare i rapporti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo determinato.
«Da quando è stato nominato in seno alla Giunta regionale della Calabria – scrive il Presidente Mazzuca all’Assessore Salerno - ho avuto modo di apprezzare il suo dinamismo e la volontà di affrontare i problemi in maniera diretta e puntuale. E’ per questo che ho deciso di scriverLe per dare voce allo sfogo “autoironico” di un imprenditore associato. Una storia di “ordinaria burocrazia”, di quelle che purtroppo aiutano a scoraggiare investimenti e sviluppo. Come è noto, lo scorso 1° marzo è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria l’Avviso pubblico per la concessione di incentivi all’assunzione finalizzati alla trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. A prima vista, un provvedimento non destinato a generare grandi volumi di occupazione stabile, ma sicuramente una dimostrazione tangibile di sensibilità, da parte della Giunta regionale, verso il tema del precariato che rappresenta una piaga sociale che tende a generare insicurezza diffusa. Un contributo a favore delle imprese, variabile dai 12 mila euro nel caso di assunzione di un lavoratore maschio, ai 25 mila euro nel caso di un lavoratore portatore di handicap, infatti, è difficile che possa risultare determinante nel convincere un imprenditore ad assumere a tempo indeterminato un lavoratore precario, ma può costituire una spinta».
Il Presidente Mazzuca ricorda come nella logica dell’efficacia e della tempestività nei risultati, il metodo adottato sia stato quello del cosiddetto “bando a sportello” con le domande esaminate in ordine di presentazione ed i contributi previsti erogati fino all’esaurimento del fondo stanziato. Senza problemi di dover nominare una commissione di esperti o la difficoltà di dover attribuire punteggi, formulare graduatorie, attendere i tempi di eventuali ricorsi. Semplicemente verificare l’ammissibilità delle domande pervenute, in assoluto ordine cronologico.
«Sono passati tre mesi dalla pubblicazione del bando – sottolinea il Presidente di Confindustria Cosenza - un tempo che al “cittadino/imprenditore comune” appare sufficiente se non per conoscere l’esito della domanda presentata, almeno per sapere quanto tempo ancora occorra aspettare. E’ così che il “cittadino/imprenditore comune” si decide a contattare telefonicamente il responsabile del procedimento che risulta irreperibile, ma non si scoraggia. Prova a contattare il dirigente del servizio competente, ma il telefono squilla invano. Allora prova con il dirigente di settore, ma l’esito è lo stesso. Tenta di chiedere informazioni per posta elettronica, ma non riceve risposta. Prova una seconda volta, ma il terminale di posta elettronica sembra un pozzo dove i messaggi precipitano e da cui non fuoriesce nulla. L’unica a rispondere al telefono è la sua cortese segretaria – continua il Presidente Mazzuca all’Assessore regionale Salerno - la quale fa garbatamente notare che la questione non è di sua competenza e che, per avere informazioni, bisogna recarsi personalmente presso gli uffici il lunedì o il venerdì mattina. Come si fa a fissare un appuntamento considerato che nessuno risponde né al telefono né ai messaggi di posta elettronica. Allora il cittadino/imprenditore ha un’idea geniale: contattare il Referente Trasparenza e Integrità. Va sul sito dell’assessorato e ne scopre il nome, ma non sono indicate le modalità per contattarlo! A questo punto la domanda sorge spontanea, ma questo bando serve veramente ad incentivare gli imprenditori a stabilizzare rapporti di lavoro a termine?».
Il Presidente Mazzuca conclude la lettera chiedendo di essere perdonato per lo sfogo ma sottolineando come l’incidente «appaia come un motivo in più di avversione e di irritazione nei riguardi di una pubblica amministrazione incapace di attuare in tempi ragionevoli semplici provvedimenti».
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