Crotone, appello del consigliere Meo sul consiglio sulle società partecipate
“Sbagliano coloro i quali ritengono che il Consiglio Comunale con all’ordine del giorno le Società partecipate (Akrea ed Akros in primo luogo, ma anche Soakro) non li riguardi o peggio che in definitiva un tale argomento debba unicamente interessare le famiglie dei dipendenti della Società partecipate il cui posto di lavoro è stato messo in pericolo, in questi anni, dalla disordinata gestione di cui tali società sono state oggetto”. E’ quanto scrive in una nota il consigliere comunale di Manifesto per Crotone Fabrizio Meo.
“E che sia – scrive ancora Meo - questa una sottovalutazione destinata ad essere smentita già da subito lo dimostra il terzo punto, frettolosamente inserito all’ordine del giorno del Consiglio Comunale subito dopo una mia interrogazioni al Sindaco sull’argomento Società partecipate, argomento quest’ultimo posto in discussione con incredibile faccia tosta, soltanto dopo oltre sette mesi di attesa e di ritardo! Ed infatti, al terzo punto all’ordine del giorno del Consiglio, è stata posta una proposta di deliberazione con la quale si vorrebbe imporre ai cittadini Crotonesi, tre date, in rapida successione, entro cui pagare la famigerata Tares per l’anno 2013. Si vorrebbe cioè caricare le famiglie Crotonesi di due rate in acconto, fissate con la scadenza del 30 agosto di quest’anno e del 30 settembre, entro cui pagare, per l’anno in corso, la Tares nella misura del 66% del dovuto annuo, da calcolarsi su quanto pagato sino ad oggi a titolo di Tarsu.
E qui sopraggiunge una prima nota dolente ed infatti sono proprio le modalità con le quali sino ad oggi, in molti casi, è stata calcolata la misura della Tarsu ad apparire ingiuste e del tutto inaccettabili. Si consideri ad esempio che sono numerose le aziende Crotonesi, che oltre ad essere martoriate dalla crisi ed in predicato di chiudere i battenti, si trovano di anno in anno a dovere fronteggiare le esose pretese del Comune di Crotone, il quale pretende da Aziende che non producono neppure un etto di spazzatura, addirittura decine di migliaia di euro a titolo di Tarsu. Dove sta il trucco è presto detto, da molti anni a questo parte nel Comune di Crotone si è praticata una vera alchimia, un autentico miracolo, con atto deliberativo si sono assimilati i rifiuti speciali come gli scarti di lavorazione della carpenteria industriale piuttosto che delle falegnamerie, con ciò ottenendo il risultato di costringere gli sciagurati imprenditori che hanno avuto l’ardire di pensare di fare impresa nel territorio comunale ad un doppio balzello, quello rappresentato dall’obbligo di pagare lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti dall’attività dell’azienda e quello ulteriore rappresentato da una Tarsu assolutamente non dovuta.
A tale iniquità per la verità se ne aggiungono ancora altre, sempre in danno dei cittadini, ma tutto sommato questo è niente in confronto a quanto si sta preparando in danno degli ignari Crotonesi.
Ed infatti, in primo luogo, contrariamente a quanto sarà sostenuto nei prossimi giorni da chi questo provvedimento avrà votato favorevolmente, nessuna norma inderogabile obbliga l’Amministrazione a prevedere che il pagamento della Tarsu si esaurisca da qui a novembre del corrente anno, ma evidentemente la compassione per i propri amministrati non è un sentimento che alberga nell’animo degli amministratori di questa Città che perciò, incuranti delle condizioni di disagio e di difficoltà dei Crotonesi, un tale obbligo ugualmente pretenderebbero di imporre.
Ma al di la di tali considerazioni che pure riguardano la vecchia imposta Tarsu, le maggiori perplessità sono legate al futuro ed a quelle che saranno le modalità di calcolo della nuova imposta Tares che dovrà coprire con il suo gettito, integralmente, le spese di raccolta dei rifiuti, ma anche costi come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, le aree verdi. Ebbene, ben si comprende come a questo punto diventi vitale per i cittadini prendere coscienza che dai costi delle società partecipate dipende non soltanto la qualità della vita, ma la stessa tenuta del bilancio delle famiglie.
Si da il caso però che il Comune di Crotone, in realtà, non abbia neppure una minima idea di quanto ammontino tali costi, neppure allo stato esiste, incredibile a dirsi, un Contratto di servizio che stabilisca diritti; doveri e costi inerenti al servizio di smaltimento dei rifiuti, piuttosto che una convenzione che regolamenti l’attività di manutenzione del verde pubblico.
Nell’assenza di regole prospera naturalmente l’abuso e perciò assistiamo inermi al rogo di Parco Pignera ed alle spese elevatissime che hanno contraddistinto in questi anni la gestione del verde pubblico, affidato a privati a costi altissimi.
Ma altri interrogativi, forse ancora più inquietanti dobbiamo porci, a cominciare da quelle che sarà l’imputazione di spese come quelle del gruppo di lavoro che si è interessato dei Pisu che sino ad aprile di quest’anno, intendiamoci, sempre gli ignari cittadini Crotonesi hanno pagato, con quali disastrosi risultati ben conosciamo. Ebbene l’interrogativo da porsi è il seguente: continueranno le partecipate ad essere una zona franca entro cui gestire le consulenze più stravaganti, inutili e dispendiose totalmente al di fuori da ogni controllo da parte del Consiglio Comunale che pure, sull’argomento, dovrebbe esercitare un’insostituibile e non delegabile funzione d’indirizzo e di controllo ?
Riusciranno i Consiglieri Comunali a riappropriarsi del proprio ruolo che sino ad oggi è stato svolto da altri soggetti del tutto non legittimati ?
Non sarà certo – conclude il consigliere Meo - un solo Consiglio Comunale a fornirci in modo esaustivo una tale indicazione, ma ritengo che questo sia un nodo cruciale che tutti noi Consiglieri dovremmo porci, non foss’altro che per un questione di decoro personale e per rispetto alla Comunità che ci ha eletti e che assiste disillusa ed impietrita all’accumularsi di montagne di spazzatura ed all’inesorabile lievitare di costi di Società che piuttosto che un pozzo senza fondo dovrebbero semmai rappresentare una opportunità ed una risorsa per creare sviluppo ed occupazione”.