Crotone: protocollo d’intesa per gli interventi in caso di sbarco di cittadini extracomunitari
Nel pomeriggio del 25 di giugno, presieduto dal Prefetto Tirone, si è tenuto un tavolo di coordinamento con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali a vario titolo interessati nelle operazioni di intervento in occasione di sbarchi sul litorale della provincia. La riunione ha costituito la fase ultimativa di lavori finalizzati alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la messa a punto di linee di azione coordinate, nel rispetto delle competenze normativamente stabilite. Lo scopo del documento è difatti quello di cristallizzare un modello organizzativo, sviluppatosi negli anni e arricchitosi dell’esperienza e del contributo dei soggetti coinvolti, che renda ancora più efficaci le misure di soccorso, assistenza e ricovero degli immigrati, mediante il ricorso allo strumento della pianificazione nella gestione delle emergenze.
Il coordinamento delle Forze di Polizia, della Capitaneria di Porto, dei Comuni rivieraschi della provincia e dell’Ente Gestore dei centri governativi per immigrati è di basilare importanza per iniziative corali che evitino, per difetto, misure lacunose come, per eccesso, duplicazioni, contenendo, al contempo, i rischi di risposte settoriali. I criteri di azione e l’assetto organizzativo tengono altresì conto, nei limiti del possibile, degli scenari prevedibili con la diversificazione delle modalità di intervento modulate sulla classificazione dell’emergenza, riferita sia all’entità numerica del singolo sbarco, sia alla precisa tipologia dei migranti, avuto particolare riguardo alle situazioni di cosiddetta vulnerabilità (minori, infermi, donne etc). Particolare attenzione, nella predisposizione del protocollo, è stata riposta alla definizione di precisi canali di comunicazione tra gli attori interessati, nella consapevolezza che la tempestività e l’adeguatezza della reazione, rispetto ad ogni crisi, passano dalla gestione della comunicazione.
In quest’ottica diventa fondamentale lo scambio di informazioni con le autorità sanitarie per una efficace prevenzione e tutela della salute non solo dei migranti, ma anche degli operatori impegnati nell’accoglienza, come della popolazione ospitante in generale. La mobilitazione coordinata delle risorse umane e strumentali si avvale poi delle municipalità che traggono al contempo beneficio da azioni congiunte dirette anche al controllo dell’impatto immediato del fenomeno sul territorio.
Fattiva è la partecipazione delle organizzazioni umanitarie presenti nella provincia, ulteriore presidio a garanzia dei diritti fondamentali della persona e con funzioni di supporto all’orientamento a favore di potenziali richiedenti asilo e di assistenza verso soggetti vulnerabili. Dall’intesa scaturisce così un unicum operativo, mediante l’individuazione di una linea chiara di distribuzione dei ruoli che agevoli il dialogo e prevenga la dispersione degli sforzi individuali di ciascun attore.