Osservatorio decoro: “Valorizzare i beni di Catanzaro”

Catanzaro Attualità

Aldo Ventrici, presidente dell'Osservatorio per il decoro di Catanzaro, propone un dibattito sulle potenzialita' del capoluogo regionale in ambito culturale. "L'Unesco - dice - considera la cultura come "una serie di caratteristiche specifiche di una societa' o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali". Si tratta di una definizione che mette assieme, in interdipendenza, valori ed elementi che appartengono al patrimonio immateriale e materiale ed e' da questa definizione che occorre prendere spunto per potere avviare una qualsiasi discussione sulla cultura nella nostra citta', ancor prima di invocare l'istituzione a Catanzaro di una sede mista delle Soprintendenze - come autorevolmente e giustamente sostenuto dal responsabile di Legacoop Quirino Ledda, cui ci sentiamo accomunati in questa battaglia che andiamo combattendo da anni -. Occorrerebbe domandarsi, infatti ed in via preliminare, - dice - perche' la quasi totalita' degli esponenti politici e degli amministratori catanzaresi non abbia mai profuso alcun impegno nel tentativo di ricercare ed individuare i valori culturali della nostra comunita' e non si sia mai appassionata nel perseguirne l'elevazione culturale. Questo e' un dato di fatto e, cosi' come non sembra equilibrato fare di tutta l'erba un fascio - per la fiaccola che tiene accesa l'amministrazione provinciale con i propri musei, con le ricorrenti mostre e con gli incentivi verso gli artisti emergenti -, non puo' negarsi che il panorama cittadino sia tristemente buio. E si tratta di un'oscurita' che e' testimonianza diretta e palpabile del disinteresse, del pressapochismo e della scarsa o nulla valenza che sono stati riservati, negli anni, ai temi culturali da parte di una classe dirigente troppo assorbita ad esercitare il potere e ad assicurarsi una qualsiasi continuita' politica".

Secondo Ventrici, "e' evidente che si ottiene maggiore visibilita' e si lucrano piu' numerosi consensi nell'asfaltare una strada, nel rifare le tribune dello stadio di calcio e nell'organizzare sagre della crespella; mentre diventano affari di secondaria importanza l'acquisizione e la valorizzazione di strutture di interesse storico ed architettonico - quali il Palazzo Fazzari, il Teatro Masciari e l'ex ospedale militare, citati da Quirino Ledda -, la tutela, lo sviluppo e la disponibilita' di contenitori del patrimonio documentale - quali l'Archivio di Stato e l'Archivio storico comunale, il primo relegato in spazi insufficienti e malsani ed il secondo chiuso da piu' anni -, il recupero di testimonianze monumentali della storia antica - quali le porte ancora superstiti dell'antica cinta muraria, le mitiche grotte di Diana e le gallerie sotterranee del San Giovanni, tenendo presente che queste ultime sembrano avviate ad accogliere un poco nobile e poco storico percorso enogastronomico, mentre per le grotte si e' ancora in attesa di leggere la relazione dell'archeologo che sarebbe stato incaricato dal Comune un paio di anni or sono".

Ventrici aggiunge: "Che dire, poi, che nel tempo nessuno abbia mai pensato all'istituzione di un Museo Civico nel quale allocare tutti quei reperti che, pur essendo pertinenti al territorio catanzarese, attualmente vengono esposti in Musei di altre citta': si tratta di una ingente mole di materiale di scavo (si pensi che quello proveniente dal cantiere della costruenda Cittadella regionale e' raccolto in ottanta casse depositate presso il Museo di Lamezia) utile a testimoniare e certificare scientificamente migliaia di anni di storia delle nostre origini, delle nostre genti e della nostra citta'. Ecco, - aggiunge - interroghiamoci prima se le nostre classi dirigenti hanno contezza di questi argomenti, e di tanti altri che sarebbe lungo elencare, e se abbiano "voglia" di affrontarli e "desiderio" di risolverli; quando avremo tali certezze, chiederemo loro di intervenire e di impegnarsi affinche' Catanzaro possa essere equiparata a tutte le altre citta' capoluogo di Regione italiane ed accogliere, finalmente, tra le proprie mura le Sedi delle Soprintendenze dei Beni culturali. Allora - conclude - saremo al fianco di Ledda e di quanti altri avranno veramente a cuore le sorti della nostra citta', nel frattempo speriamo che su tali importanti e vitali temi si apra un dibattito: sarebbe gia' un grande successo". (Agi)