Siderno. Omesso soccorso ad un cittadino indiano, sconcerto dall’associazione Xeno

Reggio Calabria Attualità

I membri dell’associazione “Xenia” – che da tempo sono impegnati nell’attività di sostegno alle varie realtà multietniche presenti nel territorio locale con finalità volte a favorire la loro integrazione con la cittadinanza, anche e soprattutto attraverso il riconoscimento dei loro diritti primari, “apprendono con grande sdegno – affermano in una nota - l’ennesima grave notizia apparsa qualche giorno fa sui giornali locali”. “Niente ambulanza, lasciatelo morire lì! pare essere la frase shock pronunciata da un operatore del 118 - continua la nota - alla richiesta di soccorso di due cittadini di Siderno, intervenuti in seguito alle grida di dolore e richiesta di aiuto da parte di un uomo di nazionalità indiana trovato per strada piegato in due da forti dolori addominali. Alla fine, sono stati i due soccorritori, due cittadini, a farsi carico – con tutti i rischi del caso – del trasporto dell’uomo al Pronto Soccorso di Locri dove i sanitari di turno hanno apprestato le cure necessarie e risolto il problema”.

“Alla luce di quanto accaduto, Xenia – puntualizzano dall’associazione - riconosce le difficoltà che ancora contraddistinguono la società civile in cui si trova ad operare con l’intento di integrare uomini e donne di nazionalità diversa nel proprio paese. Si tratta di difficoltà strettamente collegate agli ancora diffusi sentimenti di intolleranza verso gli appartenenti a popolazioni di estrazione geografica e socio-culturale diverse da quella italiana, dal lassismo, oltre che dalla incomprensione”.

“L’opera di sensibilizzazione che si tenta di portare avanti – continua la nota - insieme ad altre associazioni che, a diverso titolo, si occupano dell’integrazione razziale, non possono che reagire duramente innanzi a fenomeni che escludono, svilendola del tutto, la personalità umana di ogni cittadino, straniero e non. I volontari di Xenia, convinti dell’importanza di continuare con messaggi di solidarietà ancora più incisivi – concludono - continua nella sua opera, stigmatizzando duramente fenomeni che, come questo, denotano segni di autentica inciviltà oltre ad integrare dei veri e propri presupposti di responsabilità penale”.