Reggio. Bancarotta e reati tributari, 5 fermi e sequestri per 25 milioni

Reggio Calabria Cronaca

I finanzieri del Nucle di Polizia tributaria di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica, stanno eseguendo 5 fermi di indiziato di delitto nei confronti di altrettante persone, tutte calabresi, ritenute appartenenti ad un’associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta ed a reati tributari che sarebbe stata operativa nel settore dei trasporti anche per importanti e note aziende del nord Italia, tra le province di Reggio Calabria e Parma. La Guardia di finanza ha inoltre eseguito numerose perquisizioni ed effettuato sequestri per un valore complessivo di 25 milioni di euro.

h 11:20 | In manette, sulla scorta dei rilevanti elementi probatori raccolti dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il supporto operativo di altri reparti del Corpo quali il Nucleo PT di Parma, Catanzaro, Rovigo e la Tenenza di Ragusa, sono finiti: Antonino Cento, 71 anni (capo, costitutore e promotore dell’associazione); Angela Priolo, 55 anni (costitutrice e organizzatrice dell’associazione); Giuseppe Suraci, 47 anni (costitutore ed organizzatore dell’associazione); Giuseppe D’Ordo, 56 anni (organizzatore dell’ associazione); Giuseppe Bellantone, 60 anni (organizzatore dell’associazione).

Risultano coinvolti, come partecipanti all’associazione, ma non colpiti da provvedimenti restrittivi altri 6 soggetti: Francesco Cento, 36 anni; Vincenzo Cento, 30 anni; Emanuela Francesca Cento, 34 anni; Pietro Scopelliti, 53 anni (attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia per il favoreggiamento della latitanza del boss Pelle - alias “Gambazza”); Giuseppe Pangallo, 50 anni; Caterina D’Agostino, 40enne.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, e dirette dal Procuratore Aggiunto Ottavio Sferlazza e Stefano Musolino, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria - hanno consentito di individuare un’organizzazione criminale composta da 11 persone associate tra loro con l’unico scopo di condurre al fallimento rilevanti società, operanti su scala nazionale ed europea nel settore dell’autotrasporto, conservando il controllo degli assets aziendali attraverso vorticose ed illecite operazioni di successioni societarie; la tenuta delle scritture e libri contabili in maniera da non rendere possibile la ricostruzione delle reali dinamiche d’impresa, garantendo così - di fatto - un’illecita ed abusiva continuità aziendale.

Gli indagati sono responsabili del delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fallimentari e tributari. L’indagine trae origine dalle vicende fallimentari di quattro società, tutte aventi sede legale in Reggio Calabria: “Centrans s.r.l.”; “Emanuela Trasporti s.r.l.”; “Centrans Logistics s.r.l.”; “Autotrasporti Priula s.r.l.”.

Tra i nomi degli indagati risultano anche: Rocco Musolino, reggino di 86 anni, per aver svolto il ruolo di finanziatore - esercente abusivo dell’attività creditizia - della Centrans e delle altre imprese di Antonino Cento, nonché creditore, garantito illecitamente da un patto commissorio; Alessandro Suraci, 34enne reggino, per aver utilizzato in compensazione di debiti fiscali, previdenziali ed assistenziali, crediti d’imposta inesistenti, per un importo complessivo di euro 360.000,00 circa.

h 11:35 | In particolare, le società di volta in volta condotte al fallimento innescavano attività tipiche dirette al contagio delle procedure concorsuali, al solo scopo di mantenere il controllo degli assets aziendali in frode ai creditori, attraverso la dissimulazione, occultamento e distrazione del patrimonio.

In tal modo gli associati si garantivano - di fatto - un’illecita ed abusiva continuità aziendale, impermeabile alle vicende concorsuali, attraverso la costituzione o acquisizione di ulteriori società con sede a Reggio Calabria, tutte comunque collegate, come compiutamente dimostrato nel corso delle complesse indagini avviate nel corso del 2011, e sempre riferibili al medesimo centro di interessi personali che ancora oggi continuano ad agire con le stesse modalità e scopi: “Eredi Favaretto Mario S.r.l.” (fallita 25/01/2013); “Fremvi Trasporti S.r.l.” (interessata da procedura fallimentare nr. 07/2013); “Stl Scopelliti Trasporti Logistica S.r.l; “Vapi S.r.l.”;

Il modus operandi adottato dall’associazione, è risultato contraddistinto da una serie di vendite e locazioni fittizie di beni strumentali e cessioni mezzi in leasing, con l’unico scopo di impedire ai terzi qualunque azione creditizia, nonché di sottrarre l’ingente patrimonio aziendale alla massa fallimentare.

Le indagini hanno, inoltre, consentito di appurare che gli amministratori, nell’illecita gestione delle aziende coinvolte, oltre ad aver attuato numerosi artifizi contabili per poter meglio dissimulare le distrazioni patrimoniali, hanno consapevolmente alterato i bilanci aziendali, attraverso un vero e proprio “doping amministrativo” con la grave conseguenza dell’aver fornito nel tempo un apparente e falsa condizione societaria genuina, arrecando in tal modo pregiudizio ai creditori sociali ed al sistema finanziario. Gli stessi, al fine di ostacolare ulteriormente l’individuazione delle condotte criminali così realizzate, hanno anche trasferito il proprio centro d’interessi nella città di Parma.

18 le perquisizioni, svolte tra le provincie di Reggio Calabria, Parma, Catanzaro e Ragusa. I sigilli sono stati posti a 3 società: “Fremvi Trasporti S.r.l..” con sede legale in Reggio Calabria, “S.T.L. Scopelliti Trasporti Logistica S.r.l.” di Santo Stefano in Aspromonte e “Vapi S.r.l.” e un sequestro di immobili nei confronti di: “Centrans S.r.l.”.