Bancarotta fraudolenta nel vibonese. Sequestrati beni per 50 mln di euro

Vibo Valentia Cronaca

Nove persone sono indagate dalla guardia di finanza di Vibo Valentia che ha eseguito stamani altrettante ordinanze nei confronti delle stesse ed effettuato sequestri di società, beni immobili e disponibilità finanziare per un valore di circa 50 milioni di euro.

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo sta effettuando infatti una rilevante operazione di servizio in materia fallimentare, denominata operazione Tunus i cui particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza indetta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo, alle 10.30, presso gli Uffici della Procura della Repubblica.

11:45 | L’operazione Tunus ha dato esecuzione a nove ordinanze di custodia cautelare a carico di soggetti appartenenti a 2 nuclei familiari associati in affari, per concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale commessa nell’ambito della gestione di una società operante nel settore immobiliare e dell’edilizia già con sede in Vibo Valentia.

Contestualmente l’A.G. ha disposto il sequestro preventivo - ex art. 321 c.p.p. di un importante patrimonio composto da società, beni immobili (terreni e fabbricati) beni mobili registrati e disponibilità finanziarie, dislocati nelle provincie di Vibo Valentia, Brescia e Firenze.

Il provvedimento è stato emesso a conclusione delle indagini condotte dalle fiamme gialle vibonesi e coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che hanno permesso di acquisire elementi probatori tali da indurre il giudice per le indagini preliminari alla stessa sede ad emanare l’ordinanza di custodia cautelare e il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità degli indagati.

Gli accertamenti sono scattati quando nel corso delle indagini di polizia giudiziaria si è appreso che la società in questione, gravata da rilevanti debiti di natura tributaria, cedeva la proprietà delle quote ad una società tunisina e contestualmente trasferiva la propria sede in Tunisia, il tutto dopo aver provveduto a spogliarsi, a favore di altre società riconducibili ai soggetti indagati, dell’intero patrimonio immobiliare.

I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di rilevare che i destinatari delle odierne ordinanze ripetevano tali condotte attraverso le numerose società a loro intestate, tanto che alla data odierna i debiti accumulati nei confronti dell’erario ammontano a circa 16 milioni di euro, inoltre i 9 soggetti avrebbero distratto e dissimulato i beni immobili dell’impresa poi fallita, per un ammontare complessivo di circa 1,2 milioni di euro, a danno dello Stato che è il principale creditore.

La dinamica messa in atto dagli indagati, ha consentito di dirottare il patrimonio immobiliare della società, avviata consapevolmente al fallimento, a favore di 3 società a vario titolo riconducibili agli indagati e destinatarie del provvedimento di sequestro, così da evitare le azioni esecutive da parte dello Stato.

Oltre all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo l’intero compendio aziendale di tre società operanti nel campo immobiliare ed aventi sede nelle provincie di Vibo Valentia e Brescia, 62 tra fabbricati e terreni ricadenti nelle provincie di Vibo Valentia, Brescia e Firenze, 3 automezzi intestati alle predette società, quote di partecipazione in altre società (una delle quali gestisce una piattaforma ecologica in provincia di Firenze) nonché le relative disponibilità finanziarie, il tutto per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

13.00

Sono 7 gli indagati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Lucia Monaco, in accoglimento di una richiesta avanzata dal pm Santi Cutroneo nell'ambito dell'operazione "Tunus". Per altri 2 indagati e' stato invece disposto l'obbligo di dimora.

Agli arresti domiciliari sono finiti: Fortunato Mirabello, 70 anni, di Vibo Marina; Pietro Naso, 60 anni, di Drapia, nel Vibonese; Francesco Mirabello, 36 anni, di Vibo Marina; Iole Filia, 58 anni, di Vibo Marina; Teresa Filia, 62 anni, originaria di Pizzoni, in provincia di Vibo Valentia, ma residente a Brescia; Elisabetta Bagnato, 57 anni, di Drapia; Rosario Mirabello, 38 anni, residente a Vibo-Pizzo.

Obbligo di dimora invece per il tunisino, allo stato irreperibile, Haythem El Ayadi, 32 anni, e per Agostino Naso, 32 anni, di Drapia. Sono tutti indagati per concorso in bancarotta fraudolenta per aver distratto dal patrimonio della "Costruzioni Santa Venere srl" beni societari e risorse finanziarie per un ammontare complessivo di 1.213.237,48 euro. Il reato sarebbe stato commesso a Vibo Valentia l'8 aprile 2011, data dell'intervenuta sentenza di fallimento della "Costruzioni Santa Venere srl". Ai soli Agostino Naso, Fortunato e Francesco Mirabello viene anche contestato di aver distratto l'11 gennaio 2011 altre 170mila euro dalla societa' di costruzioni, mentre a Fortunato Mirabello ed al tunisino Haythem El Ayadi viene contestato di aver sottratto e distrutto i libri e le scritture contabili della societa' fallita allo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio.