‘Ndrangheta: confiscati beni per un mln a figlio boss Bonaventura
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni mobili e immobili per un valore prossimo al milione di euro, riconducibili al 43enne Guglielmo Bonaventura, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, detenuto nella Casa Circondariale di Lanciano (Ch). Ritenuto elemento di spicco dell'omonimo sodalizio egemone nel territorio di Crotone, è il figlio del defunto boss Giovanni Bonaventura, alias "zio Gianni", e cugino di Luigi Bonaventura, alias "Gnè-Gnè", collaboratore di giustizia.
Arrestato nel 2008 nell'operazione "Heracles", è stato condannato a 12 anni di reclusione, tra l'altro, per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il 14 febbraio scorso la Corte d'Assise di Catanzaro ha inflitto a Guglielmo Bonaventura venti anni di reclusione per un omicidio compiuto nel 1991, che secondo i giudici - si legge in una nota della Dia di Catanzaro - rappresenta, "...un vero e proprio battesimo di affiliazione cui venne sottoposto il Bonaventura dagli anziani del clan...".
In sintesi, il provvedimento di confisca a cui si è dato esecuzione ha consentito di aggredire: il compendio aziendale "Pescheria Nettuno" di Guglielmo Bonaventura, a Crotone; due appartamenti nel "Residence Capo Piccolo" di Isola Capo Rizzuto (KR); un villino di pregio sul litorale di Crotone; tre rapporti finanziari e due beni mobili registrati. (AGI)