Da Crotone appello al ministro Kienge dalle associazioni calabresi : “Un altro modello di accoglienza”
Nella mattinata di mercoledì 21 agosto l’Arci, la Cooperativa “Agorà Kroton”, la Coop. “Kroton Community”, “Libera Crotone” e le associazioni ed i movimenti antirazzisti calabresi si sono ritrovati davanti al Comune di Crotone per salutare la Ministra Kyenge, giunta a Crotone per la consegna degli attestati di cittadinanza simbolica ai bambini stranieri nati in Italia, e per esprimere vicinanza e solidarietà ai richiedenti asilo presenti all’interno del campo e ai migranti trattenuti nel Centro di identificazione e di espulsione prima della sua chiusura, avvenuta a pochi giorni dalla morte di un uomo di 31 anni.di origine marocchina e dopo una rivolta che ha devastato l’intera struttura.
Prima di giungere a Crotone la Ministra Kienge ha visitato il Cara (Centro d’accoglienza per richiedenti asilo) e il Cie di Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto, teatro di numerose proteste nel corso degli anni.
Durante la sua visita al Centro di accoglienza l’auto della Ministra Kyenge è stata bloccata da alcuni migranti che hanno invitato la ministra a visitare settori del campo diversi da quelli prestabiliti, compresa la ormai chiusa struttura del Cie.
“La tensione all’interno del campo era e resta molto alta – scrivono Filippo Miraglia - Arci Nazionale, Gennaro Di Cello - Arci Calabria, Filippo Sestito - Arci Crotone, Pino De Lucia - Coop. Agorà Kroton, Lidia Bauckneht - Coop. Kroton Community, Antonio Tata - Libera Crotone - A nulla valgono soluzioni tampone o dichiarazioni di circostanza.
Il Governo e il Parlamento italiano non possono più rinviare la revisione dell’intero impianto normativo a partire dalla chiusura dei Cie, dalla ridefinizione del modello dell’accoglienza adottato fino ad oggi e da una legge sul riconoscimento della cittadinanza ai figli dei cittadini stranieri nati in Italia.
Nel frattempo rimane aperte tutta la questioni più spinosa: i tempi lunghi delle Commissioni incaricate di valutare le richieste di asilo.
Infine – conclude l’appello delle associazioni - continuiamo a chiedere che sia applicato un altro modello di accoglienza, più vicino alle esigenze dei migranti ed alla capacità di accoglienza dei nostri territori e decisamente diverso da quello dei Cara di grandi dimensioni, che, a nostro avviso, hanno il solo effetto di creare condizioni di disagio ai migranti ed alle comunità locali interessate”.